POESIO A RFV, Viola non potrà permettersi passi falsi
Ernesto Poesio, giornalista del Corriere Fiorentino, è intervenuto ai microfoni di Radio FirenzeViola, ricordando la grande rimonta della Fiorentina contro la Juventus e spendendo qualche parola sul momento della viola di adesso. Queste le sue parole, partendo proprio da quella rimonta storica: “Ero allo stadio a scrivere per il giornale. Fu una giornata bellissima, la ricordiamo tutti quanti con grande piacere. Quella era una bella Fiorentina, divertente e che si divertiva in campo. Ricordo l’allegria di quel gruppo, era particolare e lo si vedeva poi in campo sia per come giocavano, che per come credevano nel proprio gioco. Credo che quella Fiorentina abbia raccolto anche meno rispetto a quello che avrebbe meritato. Furono gli anni in cui l’Italia non portava 4 squadre in Champions; quella viola è arrivata due volte quarta, ma non è mai andata in Champions ed io l’avrei voluta vedere in coppa, sia per quello che esprimeva sia per i ricavi che avrebbe ottenuto. Sarebbe potuta crescere ancora di più. È un po’ questo il rammarico di quella Fiorentina lì. Non possiamo però che avere un bel ricordo, c’erano tanti giocatori importanti”.
È azzardato il paragone tra la Fiorentina di un tempo e quella di oggi?
“Secondo me delle affinità ci sono, a partire dall’allenatore, perché il Montella di quegli anni proponeva un calcio moderno e lo stesso sta facendo Italiano. In un’intervista con Macia ci disse che il suo obiettivo era quello di riportare un bel calcio e il giusto entusiasmo a Firenze, e anche Italiano ha queste basi; in questo io ci vedo una similitudine. Per quanto riguarda i singoli, qualcosa possiamo dire, anche se era un tipo di calcio diverso; adesso è un calcio più muscolare. La prepotenza sulla fascia di Kayode, mi ricorda un po' Cuadrado, anche se il colombiano è più un driblomane. Poi potremmo pensare a Nico Gonzalez e affiancarlo, forse, a Joaquin, anche se il paragone migliore sarebbe da fare con Mutu, ma dovremmo andare troppo indietro nel tempo. Però sostanzialmente è la filosofia di base che può dare un’affinità alle due squadre".
Sul centrocampo: "Il centrocampo era superiore a quello di oggi. Mi sarebbe piaciuto vedere Castrovilli, perché puó assomigliare ad Aquilani. Al momento però Duncan è quello che ha equilibrato tutto e che si è rivelato decisivo; permette ad Arthur di giocare alla Arthur”.
Sul campionato e sulle prossime gare: “Trapattoni nel 1998 disse: “Fa freddo in alto, il problema è arrivarci e restarci, bisogna coprirsi bene”. Ogni punto, ogni partita, la devi vincere, perché per mantenere questa posizione servono tanti punti. La media Champions si è alzata negli ultimi anni. Tutte le partite pesano, non puoi sbagliarne nemmeno una. La Fiorentina avrà questa pressione in campionato, oltre alla Conference, dove deve un po’ recuperare, e non è un caso che Italiano abbia detto: “Forse bisognerà scegliere”, cosa che non aveva mai detto. Sta vedendo l’occasione, sta annusando la preda e sta capendo che non è impossibile restare nelle zone alte della classifica. Dall’altra parte però c’è anche quella voglia di riscatto per quanto riguarda la Conference. Ci sarà anche questo piacevole dilemma che tra un po’ potrebbe porsi”.
Prosegue: “Dipenderà dalla Viola. Dovranno riuscire a sfruttare questo entusiasmo a proprio favore, per mantenere una media punti molto alta. Dipenderà da come sapranno gestire il peso dei punti, a partire da lunedì. Il pareggio con l’Empoli per esempio verrebbe vissuto come una sconfitta. Dovranno scendere in campo sempre per vincere. Quello che si è visto a Napoli, il saper gestire i vari momenti della gara, è stato un bel segnale; è questo il salto che devono fare. In altre partite, come per esempio quella di Frosinone, è stato l’esatto contrario".
Su Italiano: “La vittoria di Napoli è stato un rinvigorente per il mister. Vincere contro la squadra che lo ha cercato, andare ad imporsi così e mandando nei pazzi Garcia, è stata una bella boccata di autostima per lui”.