Dario Marcolin su Fiorentina-Bologna: "E' stata la partita della disperazione"
Dario Marcolin, vice allenatore viola nel 2010/11, è intervenuto a RadioFirenzeViola nel corso di "Viola Amore Mio" partendo dall'analisi di Fiorentina-Bologna: "Ieri la Fiorentina ha vissuto tanti momenti: il momento difficile all'inizio, la disperazione del momentaneo 3-0 e poi annullato, la rivalsa dei due attaccanti vicini e del baricentro alzato, fino all'occasione di Dodo. Stiamo parlando di uomini forti di cuore. Io penso che oggi la Fiorentina migliore sia quella che mette un uomo vicino a Kean. Così puoi creare un problema più grosso agli avversari. Credo che questo sia quello che la Fiorentina può fare".
Secondo lei il centrocampo della Fiorentina ha un senso?
"Pe me ieri Fagioli è stato leggero, Mandragora ha spinto di meno rispetto a quello che siamo abituati a vedere da lui ma lo ha fatto perché la Fiorentina ha subito il Bologna nella prima parte della partita, è stata timida. Poi penso che il centrocampo sia lo specchio di una squadra. Oggi la Fiorentina deve fare qualcosa di diverso in quel reparto. Ndour, per esempio, è entrato bene, ha dato una fisicità diversa. Poi erano minuti disperati, ma qualcosa me lo ha fatto vedere, anche nella cattiveria".
Perché c'è questa confusione tattica nella Fiorentina?
"La posizione di classifica di sicuro non aiuta. Dopo la vittoria col Rapid Vienna pensavo che ieri la Fiorentina partisse forte, invece è stata timida e titubante. Il Bologna pressava e la Fiorentina aspettava. Quella può anche essere stata una scelta però sembra quasi più una questione mentale. Se si va ad analizzare i giocatori, infatti, l'organico è buono, ma probabilmente manca la scintilla. La Fiorentina ha due facce: una in Conference, una in campionato. E nel primo caso, anche se gli avversari sono meno forti, la Fiorentina ha un'altra mentalità. Col Rapid Vienna la viola è stata offensiva, col Bologna è stata titubante. E cosa cambia, dato che sono passati solo 3 giorni? Molto per me sta nella testa, non è una questione tattica".
Come ha letto l'inserimento di Sabiri a gara in corso?
"Quelli di ieri sono stati cambi della disperazione. Pioli ha avuto il coraggio di farli, si, ma Sabiri non è un play, ma è stato fatto giocare lì per trovare il tiro da fuori. Poi nelle palle inattive ha fatto benissimo. Ci sono dei meccanismi, soprattutto in mezzo al campo, che devono cambiare. Per esempio Nodur mi è piaciuto sia in Conference che ieri, si nota la sua presenza fisica. Quella di ieri è stata la partita della disperazione, però, intanto, la Fiorentina ha guadagnato qualcosa nei cambi".
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