BONGIORNI A RFV, Bonaventura ha ancora potenziale

16.10.2023 14:46 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
BONGIORNI A RFV, Bonaventura ha ancora potenziale
FirenzeViola.it

Antonio Bongiorni, talent scout e scopritore di Giacomo Bonaventura, è intervenuto ai microfoni di Radio FirenzeViola durante la trasmissione "Viola Amore Mio". Ecco le sue parole.

Quanto è orgoglioso nel vedere coronata la bellissima storia di Bonaventura con questo gol in nazionale?
"Non è la prima grande soddisfazione, ma sicuramente è una delle più belle. E' riuscito a coronare i suoi sogni perché da ragazzino voleva diventare un calciatore e voleva segnare anche in nazionale dopo esserci arrivato. Per chi lavora in questo ambito è una soddisfazione enorme che ripaga tutti i viaggi in giro per il mondo per scoprire nuove promesse. E' una soddisfazione anche per i tifosi viola vedere e avere a Firenze un giocatore di questa caratura, è una gioia vederlo".

Aveva ancora speranze nel vedere Bonaventura nuovamente in nazionale dopo questi tre anni di assenza?
"Avevo sentore che potesse accadere qualcosa, anche perché per alcune partite è stato seguito dai collaboratori di Spalletti e lui si è fatto come sempre trovare pronto. Dopo l'ultima partita di Conference League, quando è stato convocato in nazionale ci siamo sentiti e ci siamo scambiati due risate".

Quanto potenziale ha ancora secondo lei?
"Lui lavora molto sull'aspetto psico-fisico, è molto attento e la nascita del secondo figlio lo ha reso ancora più responsabile, pensa solo al calcio e alla famiglia e questi sono i risultati. Per lui giocare in quel modo è semplice e ogni tanto tira fuori  anche delle magie dal cilindro".

Questa novità delle scommesse di questi giovani calciatori la colpisce?
"Prima di tutto i giovani italiani dovrebbero essere considerati di più, vengono sfruttati poco sottovalutandoli. Questi anni di covid hanno portato molte difficoltà ai giovani, sono cambiati anche caratterialmente. Non si può dare la colpa ai procuratori e alle famiglie che li seguono, è responsabilità loro sapere di essere in grado o meno di essere professionisti seri, dovevano essere aiutati con un approccio diverso anche nei settori giovanili, infine adesso sta influendo in maniera negativa la tecnologia".