Pradè è solo l'ultimo della lista. Poker di dimissionari negli ultimi 4 anni di Fiorentina
Come un fulmine a ciel sereno, la notizia delle dimissioni di Daniele Pradè dal ruolo di direttore sportivo della Fiorentina hanno squarciato il sabato mattina del mondo a tinte viola. Una decisione maturata nelle ultime ore e comunicata in mattinata alla squadra e allo staff tecnico, dopo essersi visto accettare la separazione consensuale da parte della società per la quale ha curato il calciomercato e in generale l'area sportiva, e che si inserisce dietro a tanti altri addii spontanei dati alla Fiorentina da parte di alcuni protagonisti recenti.
L'ombra di Pioli che si stagliava sull'era Commisso
Rimanendo ai tempi recenti, l'analisi si concentra prevalentemente sull'era Commisso, che ha rilevato per una cifra tra i 150 e i 170 milioni di euro la società dai Della Valle il 6 giugno 2019. Ma i più attenti ricorderanno come pochi mesi prima fosse stato vissuto un addio sotto forma di dimissioni. Aveva lasciato infatti la panchina, come contromossa di fronte a un comunicato societario che metteva in dubbio la suo professionalità, proprio quello Stefano Pioli che guida anche attualmente la prima squadra della Fiorentina. Come una sorta di nefasto presagio nei confronti di ciò che sarebbe venuto poi.
Il poker di dimissionari. Tutti negli ultimi 4 anni
Entrando più nel dettaglio dell'era Commisso vera e propria, il primo in ordine cronologico è stato Cesare Prandelli. Nemmeno due anni dopo l'inizio del nuovo corso presidenziale, il primo scossone inatteso con lo storico tecnico di Orzinuovi che chiuse la seconda avventura gigliata nel veleno di un addio motivato da parole che fecero preoccupare i più per il clima che si respirava dietro di esse. Poco più tardi, a luglio, fu la volta di Gennaro Gattuso. Designato come nuovo allenatore della Fiorentina, l'attuale ct della Nazionale dette l'addio a venti giorni di distanza dal momento dell'annuncio della sua nomina, con la versione ufficiale che riguardava screzi di mercato, nello specifico sulla valutazione e l'importanza dell'acquisto del centrocampista Sergio Oliveira. Un po' poco per mandare a monte tutto, forse, ma sono considerazioni che esulano dalla cronaca. Al termine del triennio con in panchina il suo successore Italiano, ecco arrivare Raffaele Palladino. Il quale, nonostante il miglior campionato dell'ultimo decennio in quanto a punti e piazzamento, decide di rinunciare alla panchina. Tutti concordi, nonostante il silenzio dettato dai patti di riservatezza, che fosse per le frizioni con il ds Daniele Pradè. Per l'appunto, in un'ideale finale della storia che però ne è anche il principio - un po' come ne 'Le Iene' di Tarantino - il quarto ed ultimo dimissionario dell'era Commisso. Giunto nell'arco di appena 4 anni, poco più. E in uno scenario che è di fatto un unicum nel panorama del calcio italiano.
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