L'agente di Kospo: "Il Barça non voleva cederlo, nemmeno dopo le visite"

Nusret Jashari, agente del difensore viola Eman Kospo, ha parlato a TuttoMercatoWeb.com del suo assistito: "La Fiorentina l'ha seguito a lungo, ma i contatti con la società viola sono iniziati a inizio aprile. Per la precisione il 2 aprile"
Come mai ricorda la data precisa?
"Perché ero sugli spalti dello Stadion auf der Waldau, a Stoccarda, per la sfida di Youth League tra i padroni di casa e il Barcellona. Kospo era titolare e lì ho visto un osservatore della Fiorentina. Loro non sapevano che ero io a seguire il ragazzo, ma dopo quell'incontro mi hanno chiamato per un appuntamento e così è iniziata la trattativa".
A quel punto sei andato in sede.
"Sì, insieme alla famiglia. Abbiamo visitato il Viola Park, un impianto incredibile che ha sicuramente influito nella scelta".
Anche perché non c'era solo la Fiorentina...
"No, c'era anche l'Atalanta e anche quella era una situazione molto importante per il ragazzo. Ma alla fine Kospo ha optato per la Fiorentina: Angeloni è stato molto bravo, ma anche Goretti che ha fatto un gesto incredibile..."
Sarebbe?
"Quando veniamo a Firenze per la prima volta per incontrare la Fiorentina lui era fuori, in Francia, e sarebbe rientrato in città solo alle 23. Mi chiese però nonostante il rientro in tarda ora di far visita alla famiglia del ragazzo per conoscerla. E nonostante la tarda ora non mancò, fu un bel gesto: Goretti venne in albergo e ci dimostrò che lo conosceva benissimo, che lo voleva a tutti i costi. Lì si sono capite le reali intenzioni della Fiorentina".
In tutto questo però c'era il Barcellona.
"Con cui aveva ancora un altro anno di contratto... Però io non ho mai avuto dubbi: doveva andare via e venire in Italia".
Perché?
"Perché per un difensore andare in Serie A è come iscriversi all'università. Lo dissi immediatamente alla sua famiglia: 'Eman deve andare in Italia per imparare meglio la fase difensiva, deve apprendere dalla scuola italiana'. Lui nella fase offensiva è molto bravo, ma mettendosi alla prova con la scuola italiana e con la tattica della Serie A può diventare un centrale completo. E così abbiamo deciso di andare alla Fiorentina..."
Come avete fatto a convincere il Barcellona?
"Non è stato facile, non volevano lasciarlo andare. Anche dopo le visite mediche con la Fiorentina abbiamo dovuto aspettare un giorno in attesa di un transfer che non arrivava. Sia noi che la Fiorentina abbiamo insistito affinché dalla Spagna arrivasse il via libera. Non ci credevo, sinceramente, ma alla fine il Barça ha ceduto e ha firmato con la Fiorentina. Tutti felicissimi: era la nostra prima scelta anche perché il giorno della firma è stato speciale".
Ovvero?
"Siamo arrivati al Viola Park ed ecco di fronte Dzeko, proprio lui. Io con Edin ho un rapporto molto buono, lo conosco da quando aveva 18 anni. Ma per i genitori nati in Bosnia e per il ragazzo ritrovarselo lì, di persona, ha voluto dire non avere più alcun dubbio sulla scelta. Dzeko è un simbolo della Bosnia, come persona e come giocatore. E' stato decisivo per la sua scelta: quando ha firmato l'ha anche accompagnato in sede".
Come si sta trovando?
"Finora la Fiorentina ha mantenuto tutte le promesse che ci aveva fatto al momento della firma. Anzi, anche di più... Quando col club abbiamo parlato del progetto il piano era quello di fargli iniziare il ritiro con la prima squadra così da permettere a Pioli di valutarlo. A quel punto, sarebbero stati l'allenatore e lo staff tecnico a valutare se lasciarlo in prima squadra o farlo maturare in Primavera. Per fortuna in ritiro ha fatto molto bene, è sceso in campo con personalità nei test amichevoli e a quel punto Pioli ha deciso di lasciarlo in gruppo".
Non c'è il rischio che giochi troppo poco?
No, perché fin quando non giocherà con la prima squadra si allenerà agli ordini di Pioli e poi nel fine settimana scenderà in campo con la Primavera. Meglio di così…”.
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