Basta zucchero e miele, ora Pioli deve dare di più

Fiumi di miele, montagne di zucchero, colline di marzapane. Per Stefano Pioli, fin dai momenti precedenti il suo arrivo in viola, la narrazione e l'accoglienza della stampa, e di conseguenza di buona parte della tifoseria, sono state talmente dolci da mettere in serio pericolo il livello medio di glicemia del territorio comunale.
Ma dopo la figura barbina rimediata coi Napoli che ha mostrato una Fiorentina rassegnata e messa male in campo, un refolo di vento più frizzante ha iniziato a spirare ed è giusto così poichè Pioli non può essere fatto salvo preventivamente da ogni critica in nome del presupposto che egli sia un fenomeno, un ispirato profeta del pallone, un fulgido vate, un titano del verbo calcistico, poichè egli non ha mai mostrato di esserlo.
Infatti Pioli in carriera ha dimostrato solo di essere un buon allenatore, un tecnico del tutto normale, è vero che col Milan ha avuto un acuto vincendo lo scudetto, ma andrebbe ricordato altresì che in Arabia è riuscito nell’impresa ancor più eclatante di mancare la vittoria del campionato del re pur avendo in squadra Ronaldo e Manè.
Ma restando alla Fiorentina, al di là che mettere Dzeko in una posizione di controllo su Lobotka che forse il bosniaco non poteva tenere neppure con dieci anni in meno sulle spalle, non si comprende come il tecnico si sia potuto incaponire a schierare lo spento Fagioli come play, che il leguminoso giocatore fosse in difficoltà a farlo dovevano saperlo anche in società, viceversa non si capirebbe perchè abbiano acquistato Nicolussi Caviglia. Non a caso la squadra con quest’ultimo e Fazzini in campo è andata decisamente meglio.
Adesso con appena 2 punti in classifica la prossima sfida col Como è già delicata, anche perchè i lariani sono una squadra di qualità e vengono percepiti con fastidio dai tifosi viola come una diretta avversaria per le piazze europee, perciò fare male con loro specie dopo la figuraccia col Napoli, sarebbe molto increscioso. L’estate non è neppure finita e la Fiorentina vive già un piccolo momento critico. Trovare le soluzioni per uscirne tocca allo stesso Pioli, è proprio per questo che la Fiorentina gli dà 3 milioni l’anno, infatti la differenza tra un allenatore di prima fascia (con stipendio di prima fascia) e un tecnico normale come il quasi debuttante Palladino è proprio questa: saper uscire dai momenti di crisi con un colpo d’ala. E anche senza lo svenevole e iperglicemico sostegno della stampa. Anzi, ci pare che proprio questa acquiescienza della stampa (su cui ci chiamiamo in correità tanto per intendersi) possa aver ingigantito l’ego del tecnico spingendolo a previsioni megalomani, tipo la Champions e la lavagnetta di Allegri, e facendolo illudere di poter inventare una squadra fenomenale da una rosa che è discreta e non di più, non a caso tra Fiorentina e Napoli, e probabilmente Inter, Juve e chissà chi altri, non c’è una categoria di differenza (come dovrebbe esserci tra chi punta al titolo e chi all’Europa che conta), ma almeno due. Pioli infine si è lamentato che’ non si può alzare il livello in due mesi’ e di quanti mesi avrebbe bisogno di grazia? Forse crede gli possa bastare il tempo di una gravidanza umana?
L’anno scorso Palladino, tecnico meno bravo, meno esperto e meno remunerato di lui, ebbe i giocatori al completo tra il 30 e 31 agosto a campionato iniziato. A Stefano Pioli è andata decisamente meglio, sotto svariati profili. Ebbene si scuota, la gente di queste parti ha più di un difetto, ma non pretende di vincere lo scudetto e neppure di andare per forza in Champions, ma pretende di vedere in campo una squadra gagliarda, possibilmente divertente, che non si lascia umiliare e magari che mostri un’identità di gioco riconoscibile.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 2/07 del 30/01/2007
Partita IVA 01488100510 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 18246
© 2025 firenzeviola.it - Tutti i diritti riservati
