Irina Kozyupa (Tribuna.com): "Vi racconto il Polissya e il calcio ucraino sotto le bombe russe"

Iryna Koziupa, giornalista ucraina di Tribuna.com che segue le partite del Polissya, ha rilasciato una lunga intervista a Radio FirenzeViola nel corso della quale ha parlato di campo ma soprattutto delle condizioni difficili che devono affrontare i club ucraini a causa della guerra con la Russia: "Raggiungere i oplayoff di Conference per il Polissya è già un grande traguardo e direi che lo è anche per il calcio ucraino visto che solo Dinamo e Shakhtar sono abituate ad ottenere certi risultati in Europa. Per le altre non è così frequente, anche solo superare così tanti turni di qualificazione. Sfortunatamente per il Polissya adesso arriverà l'avversario più forte possibile ma comunque vada sarà una grande esperienza e una grande occasione per mostrare il proprio valore. Il Polissya è impronosticabile: in Europa ha prima perso e poi vinto contro il Santa Coloma mentre contro il Paksi ha fatto il contrario. Non è una squadra continua, ma anzi molto instabile ed è difficile immaginare quale versione di sé mostrerà. La Fiorentina è molto conosciuta in Ucraina, anche perché molti ucraini amano seguire la Serie A da quando Shevchenko era la star del campionato nel Milan. È un'occasione per rappresentare la propria città e l'Ucraina intera in un confronto così prestigioso.
Quanto è difficile gestire i viaggi e le trasferte?
"È molto sfiancante. Seguendo la squadra vi posso dire che è davvero difficile perché c'è sempre un confine da oltrepassare e non è come giocare in Europa. Ci sono sempre lunghi check per i passaporti e non possiamo volare come prima visto il conflitto in corso. Siamo costretti a prendere bus e treni per raggiungere gli aeroporti fuori dal paese ed è ingiusto, perché i calciatori del Polissya devono utilizzare molte energie anche solo per spostarsi. Anche il patron del Polissya lo ha detto, con un campionato così fitto è complicato viaggiare di continuo per essere presenti in Europa. La sua richiesta di posticipare le gare del campionato ha scaturito molte polemiche perché l'opinione pubblica, nelle condizioni in cui versiamo nel paese, vede i giocatori comunque come dei privilegiati. Quest'anno, se non altro, le squadre ucraine stanno giocando in paesi vicini come Polonia e Slovacchia e questo è un bene per la questione degli spostamenti. La situazione è complessa ma le squadre sono abituate ormai".
Cosa rappresenta il calcio in Ucraina in un contesto così drammatico?
"Quando l'invasione russa ha avuto inizio, il campionato è stato cancellato. Poi la Federazione ucraina ha fatto di tutto per poter ricominciare, cercando gli accordi del caso con regole specifiche. Per esempio: le partite vengono interrotte in caso di lancio di un missile, di un bombardamento o simili, in quel caso la partita si ferma e tutti i presenti devono recarsi nei rifugi in attesa che termini l'allarme. In seguito è stato consentito l'accesso a un numero limitato di tifosi, a seconda della capienza dello stadio e del numero di rifugi presenti nelle vicinanze. L'ultima stagione è stato battuto il record per una partita giocata in tempo di guerra, con poco meno di 10mila spettatori. Ma il club che in questo caso ospitava lo Shakhtar è stato multato perché i rifugi potevano ospitare non più di 6mila persone. La realtà dei fatti è che le persone stanno cercando attraverso il calcio di vivere qualcosa di diverso, almeno in quelle due ore di partita. Qualcosa che vada al di là della guerra. Alla fine ciò che le persone vogliono è solo avere una vita normale e distrarsi dalle notizie di attualità. Le partite europee delle squadre ucraine poi sono l'occasione di parlare di quanto sta accadendo e del fatto che la guerra sia ancora in corso. Il calcio è uno strumento per comunicare con il mondo ed è il motivo per cui, prima di ogni partita, risuona l'inno nazionale e perché i giocatori entrano in campo avvolti dalla bandiera ucraina e il calcio d'inizio viene dato simbolicamente da un soldato o da un veterano di guerra".
Ascolta il podcast per l'intervista integrale.
Testata giornalistica Aut.Trib. Arezzo n. 2/07 del 30/01/2007
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