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I due cicli di Pradè: gli anni d'oro di Montella, le finali di Italiano e il ritorno di Pioli

I due cicli di Pradè: gli anni d'oro di Montella, le finali di Italiano e il ritorno di PioliFirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca
Oggi alle 13:35Primo Piano
di Ludovico Mauro

Si separano le strade di Daniele Pradè e della Fiorentina. Per la seconda volta, il direttore sportivo lascia la società viola dopo aver già compiuto un primo ciclo tra il 2012 e il 2016, in cui assieme a Eduardo Macia mise in piedi una squadra che per tre anni consecutivi, guidata in panchina da Vincenzo Montella, chiuse il campionato al quarto posto con una finale di Coppa Italia e una semifinale di Europa League. A cui si aggiunge un quinto posto alla quarta stagione, 2015/16, con Paulo Sousa in panchina. Un quadriennio di emozioni da montagne russe dove la formazione viola vinceva e divertiva: nonostante la mancanza di un trofeo, infatti, il ricordo di una squadra che palleggiava e spadroneggiava con qualsiasi avversario, resta più vivo che mai. La triade di centrocampo Aquilani, Pizarro, Borja Valero, il "Fenomeno" Pepito Rossi, Super Mario Gomez, i sei mesi di Salah e tanto altro ancora fanno da sfondo a un periodo rimasto indelebilmente nei ricordi dei tifosi.

Il secondo ciclo si apre invece nel 2019, quando sale al timone del club Rocco Commisso. Alla prima sessione di mercato, Pradè tenta subito di mettere in piedi una squadra competitiva con diversi calciatori d'esperienza come Boateng, Badelj e il colpo da novanta: Franck Ribery. Non andrà come da premesse, un po' come i primi due anni. Fino all'avvento di Vincenzo Italiano, che per tre stagioni guida una Fiorentina a tratti spumeggiante e che si ritrova a giocare due finali europee consecutive. Quindi la stagione con Palladino, improntata su grandi colpi come De Gea e Kean, culminata al sesto posto e con l'amarezza di non aver raggiunto la terza finale di Conference. Infine quella attuale, nata in pompa magna tra proclami estivi e ambizioni sbandierate ma stroncata neanche a metà, con le dimissioni del direttore sportivo e con Stefano Pioli, allenatore scelto da lui, alle porte di una partita che sa di ultima spiaggia.