VISTA IN TRASFERTA, Squadra non pervenuta
Sull'onda dell'entusiasmo della vittoria del turno infrasettimanale contro l'Udinese, anche quella parte della tifoseria occasionale si mobilita per seguire la squadra a Genova. La temperatura mite, la relativa distanza e l'orario pomeridiano delle 15.00 sono ulteriori motivi per il primo esodo viola. Il numero dei tifosi al Luigi Ferraris di Genova nel settore ospiti della tribuna superiore ed inferiore saranno più di mille, un centinaio nei settori adiacenti. Come in altre occasioni, molti nuclei familiari con tanti bambini. I cori e l'incitamento fin dalle fasi del riscaldamento è costante ed incessante, le voci dei viola superano quelli dei supportes blucerchiati. I viola entrano in campo con la terza maglia completamente nera, molti sono i consensi favorevoli. La formazione dei gigliati è inedita e diversa, si parte con un 3-5-2, Richards a destra con Gonzalo e Savic, Alonso a centrocampo, Badelj al posto di Pizarro, davanti Ilicic e Babacar. Nella prima frazione di gioco la Fiorentina attacca nella metà campo adiacente al settore ospiti, guadagna due calci d'angolo e sembra ci siano i presupposti per fare risultato. La spina del fianco è data da Okalka sulla fascia sinistra per i padroni di casa, con Richards in evidente difficoltà. Dalla parte opposta quasi alla mezz'ora, si vede l'arbitro avvicinarsi al dischetto per un rigore, la distanza non consente di capire il fallo fatto, ma lo speaker che urla per innumerevoli volte il goal del vantaggio di Palombo, trasforma l'entusiasmo iniziale nello sconforto della carica dei mille. Alla mezz'ora la visuale è perfetta quando viene atterrato Babacar in area e viene assegnato il secondo rigore della giornata. Il siparietto tra Gonzalo e Cuadrado non dà grandi garanzie, la spunta il capitano Gonzalo che tira centrale e il portiere Romero para. La gara si prospetta in salita, ma il gelo blocca le menti e le voci quando il solito speaker urla il nome di Luca Rizzo per secondo goal dei blucerchiati. Ennesimo giocatore portato alla ribalta dalla Fiorentina, nessuno prima di allora sapeva della sua esistenza.
Con il goal di Savic su calcio d'angolo battuto da Borja Valero, si dimezza lo svantaggio e torna la speranza, si riapre la gara. Nella seconda frazione c'è la solita volontà di Babacar, ma gli errori si continuano a ripetere. Le sostituzioni di Pizarro per un evanescente Badelj e di Pasqual per Richards, non portano vantaggi alla squadra. All'ingresso di Mario Gomez al posto di Cuadrado, non ai suoi livelli, si sentono le prime polemiche e critiche, qualcuno con la totale bocciatura in questo cambio, dato l'assenza del tedesco da più di due mesi. Quando alla mezz'ora Pizarro perde palla a centrocampo innescando il contropiede di Eder (da poco in campo) che senza ostacoli mette in rete il terzo goal, con la difesa quasi tramortita e Neto fuori dai pali, i mugugni diventano rabbia. La Fiorentina in totale confusione, priva di idee e di forze fisiche ma ormai anche rinunciataria. Lo scivolone di Gomez in area su un campo pesante, quasi l'emblema di tutta la squadra. Terminata la gara, iniziano i processi. I primi commenti è che non si possono perdere gare e punti con squadre inferiori, la Sampdoria ha vinto e guadagnato tre punti per una serie di errori dei viola. Molte le perplessità sulla formazione iniziale, ma altrettanti sulle sostituzioni: non avrebbe fatto comodo un Vargas che ha dimostrato una buona forma fisica, o un Joaquin messo da parte non sappiamo per quali motivi, e Marin visto per pochi minuti, ma soprattutto il giovane Bernardeschi perché è stato accantonato? Tante domande senza risposte, sotto processo il mister con le sue scelte discutibili, la società che non alza la voce per queste prestazioni umilianti, e quei giocatori che dovrebbero fare la differenza e hanno smarrito lo smalto dei campioni. Una disfatta collettiva che non ha risparmiato nessuno, soprattutto per l'atteggiamento irritante e rinunciatario di alcuni giocatori. Dopo tanti alibi e giustificazioni trovate nelle sconfitte precedenti, questa battuta d'arresto per quei tifosi che percorrono migliaia di chilometri è dura da digerire. Ogni volta che le dirette concorrenti allentano il passo, la Fiorentina non ne approfitta, e rimane ferma quasi in uno stallo che quest'anno pone molte preoccupazioni. Si archivia amaramente e con molta delusione la terza trasferta in dieci giorni, i chilometri percorsi sono stati tanti, i tifosi sono sempre stati presenti, la squadra in questa ultima gara invece non è pervenuta.