TRA MULTE E TAVOLI DI PACE

29.11.2011 14:15 di  Tommaso Loreto   vedi letture
TRA MULTE E TAVOLI DI PACE
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© foto di Giacomo Morini

Niente da fare. Per il momento, in casa viola, sembra proprio che il regolamento interno non sia poi così imperativo. Anche dopo la serata di Coppa Italia, del resto, un gruppetto di gigliati ha ritenuto opportuno tirare tardi nel consueto localino alla moda. Poco male, la Fiorentina aveva anche superato il turno seppure contro un avversario non propriamente insuperabile, se non fosse che, 48 ore dopo, sarebbe stato necessario prendere un aereo e spostarsi a Palermo per giocare una gara assolutamente delicata. Il cui risultato, poi, finisce per pesare sulle spalle dei giocatori stessi.

Ma non solo. Perchè in un momento in cui Delio Rossi cerca di trovare le prime sintonie con il suo nuovo gruppo a disposizione, sia in campo che fuori, determinate regole dovrebbero ormai già essere assimilate e soprattutto generalmente rispettate. Infondo, le questioni di vita mondana, di segnalazioni nei locali, o persino di patenti revocate, erano già all'ordine del giorno ai tempi di Mihajlovic. E già in quei giorni si raccontava di un rinforzo nel controllo dei giocatori da parte del tecnico serbo, con conseguenti multe e sospensioni per i trasgressori. Leggere alla voce "orari di Vargas" o "treno di Kharja", entrambi non convocati per punizione.

Vizi antichi, dicevamo dopo la sconfitta di Palermo, e cattive abitudini che nemmeno l'arrivo di Rossi sembra riuscire a interrompere. Quasi che si trattasse di un male cronico dello spogliatoio gigliato. Forse, però, anche semplicemente specchio di quel che accade nelle vicinanze degli spogliatoi del "Franchi". E più precisamente nelle stanze societarie. Là dove Corvino dovrà presumibilmente intervenire nel migliore dei modi per sistemare la situazione della rosa nel mercato di gennaio, e là dove gli altri dirigenti tengono i fili della società. Almeno secondo le direttive che arrivano dall'alto, cioè dalla proprietà. Che, per inciso, non può seguire, sul campo, tutti i giorni lo svolgersi della vita quotidiana della Fiorentina.

Dai fratelli Della Valle, nello specifico. Da quelli che restano i proprietari del club viola e i soggetti più coinvolti in un suo eventuale, futuro, sviluppo. Economico e tecnico. Dalla squadra allo stadio. Quei fratelli Della Valle che, a breve, potrebbero persino apparire insieme al fantomatico "Tavolo della pace" del calcio in programma tra un paio di settimane. Un segnale che, di certo, farebbe felici tutti i tifosi viola che, da tempo, anelano una presenza costante, e ravvicinata, della proprietà. Alla propria squadra, alla propria dirigenza, e anche a tutta la città. Infondo, con un pizzico di presenza in più da parte di chi, alla fine, nella Fiorentina ci mette i soldi, probabilmente, aiuterebbe anche ad evitare tutte quelle situazioni extra campo che, da tempo a Firenze, sembrano essere diventate all'ordine del giorno. E limiterebbe, probabilmente, anche la propensione a comportarsi in certi modi di taluni calciatori.