SPORCHI E CATTIVI
Calarsi nella realtà significa anche saper lasciare da parte le buone maniere e scendere sul piano (fisico) degli avversari. La Fiorentina che si ferma sull’uno a uno con il Verona non ha divertito e non ha nemmeno collezionato troppe occasioni da rete, ma ha accettato lo scontro proposto da un Hellas orfano di tutto l’attacco e in una sorta di gara vintage fatta da molti calci e poco calcio non si è tirata indietro nemmeno dopo un rigore pressoché inventato alla prima azione. E in effetti, sporchi e cattivi, i viola hanno raddrizzato il match.
E’ d’altronde da qui che può e deve ripartire il lavoro di Prandelli in vista dell’ultima gara dell’anno, al cospetto di una Juventus che ieri sera a Parma ha lanciato segnali preoccupanti nell’ottica della gara di martedì sera. Spirito e coesione intravisti con il Sassuolo hanno fatto capolino anche ieri, magari più in un primo tempo combattivo che non in una ripresa dov’era lecito attendersi più coraggio al cospetto di un Verona stanco, ma di questi tempi tanto varrà accontentarsi.
Anche perchè sono ancora molti i problemi da risolvere, cominciando da un parco di centrocampisti che s’inserisce poco e non riempie l’area di rigore fino agli esterni che faticano fin troppo ad arrivare sul fondo o alle alternative che entrando dalla panchina non riescono a incidere (Callejon resta per esempio in evidente ritardo). Ma intanto in attesa di giornate migliori (e più serene) Prandelli può aggrapparsi a un rinnovato spirito di gruppo, hai visto mai che a Torino, senza praticamente niente da perdere, non sia più semplice giocare meno preoccupati (e un poi più belli).