RICONOSCENZA E RIPARTENZA
La Fiorentina cambia e se la notizia era nell’aria le ultime ore di incertezza hanno reso ancora più sofferta la separazione da Giuseppe Iachini. A ridosso di una ripresa degli allenamenti fissata per oggi Rocco Commisso si è preso tutto il tempo necessario per maturare una decisione che molti auspicavano ma che non dev’essere stata facile. Sul filo sottile della riconoscenza anche il presidente si è arreso di fronte a gioco e risultati deludenti, ma non per questo ha cancellato quanto di buono Iachini ha fatto soprattutto salvando la Fiorentina nella passata stagione.
Riconoscenza, certo, ma anche consapevolezza che una scossa non fosse più rimandabile. D’altronde un’altra occasione dettata dai tempi dilatati di una sosta di campionato sarebbe ricapitata soltanto a dicembre, quando davvero qualsiasi altro passo falso avrebbe definitivamente picconato la stagione. Da qui la transizione dell’idea ad azione, con il via libera al ritorno di Prandelli che già in settimana era stato apparecchiato. Logico che dopo Roma la Fiorentina avesse valutato i profili in corsa, altrettanto che le risposte di Parma fossero state troppo fragili per valere una conferma (nuovamente convinta) di Iachini.
Scegliere Prandelli in questo momento significa provare a rilanciare persino le ambizioni, se non proprio di traguardi quanto meno di gioco, oltre a riportare sulla panchina viola un uomo che ha lasciato un segno importante nella città, nella sua gente e nella storia del club. La conoscenza dell’ambiente è una delle prime armi a disposizione di Prandelli, così come l’indubbia voglia di rivincita che certamente si mischierà alle emozioni per un ritorno dal fortissimo carico emotivo ancor prima che tecnico. Fosse solo perché divenuta un’ipotesi di lavoro anche grazie ad un contatto avvenuto in Palazzo Vecchio, poco tempo fa, in occasione di una giornata interamente dedicata ad Alessandro Rialti. Da lassù, di certo, anche Sandro starà sorridendo pensando a Cesare che tornerà a vestirsi di viola.