POCO DA SALVARE

09.05.2011 00:00 di  Marco Gori   vedi letture
POCO DA SALVARE
FirenzeViola.it
© foto di FEDERICO DE LUCA

E' passato inosservato il fatto che, con la sconfitta di Milano, la Fiorentina abbia perso matematicamente ogni speranza di qualificarsi all'Europa League. Così come domenica scorsa, in occasione della vittoria con l'Udinese, nessuno si è curato del fatto che solo allora per i viola è arrivata la matematica certezza della permanenza in Serie A. A dimostrazione di quanto anonima sia stata per i gigliati questa stagione. Perché se la paura di una eventuale retrocessione è stata uno spettro che ha aleggiato sul "Franchi" solo per una brevIssima fase del campionato, è anche vero che la speranza di vedere i viola in Europa si è rivelata un miraggio altrettanto effimero. In questa situazione, pur con 180' ancora da giocare, qualche bilancio è possibile farlo. Non sappiamo ancora se la squadra di Mihajlovic otterrà una posizione in classifica migliore rispetto a quella ottenuta dalla Fiorentina di Prandelli un anno fa, anche se tutto lo fa prevedere. Di sicuro saranno di più i punti ottenuti e di meno le sconfitte incassate. Ma tutto ciò non può certo spingere all'ottimismo. Certe carenze paiono essersi infatti ormai cronicizzate: se, almeno in alcuni frangenti, la Fiorentina è apparsa leggermente più spavalda lontano dalle mura amiche, la mancanza di continuità -sia nell'arco della stagione che in quello della singola gara- e l'incapacità di essere concreta -soprattutto contro le cosiddette grandi- sono rimaste intatte. Non diciamo questo ne' per fare un paragone tra i due allenatori che abbiamo appena menzionato ne' per fare una critica di carattere più generale. Semplicemente per capire se esista un punto fermo da cui partire in vista del rinnovamento a cui la squadra sembra inevitabilmente destinata.

E le risposte non sono proprio confortanti. Si parla molto di "linea verde": ma se è vero che a volte i giovani dimostrano più personalità dei veterani -anche se occorre fare sempre attenzione a non confondere la spavalderia con la personalità in senso stretto- di sicuro una cosa che non si può chiedere ad un ragazzo di 19-20 anni è proprio la continuità. Questa è inoltre una squadra che segna poco, soprattutto con i propri attaccanti. E, ciononostante, Gilardino la sua dozzina di reti la realizza sempre. Che però non sono le 31 reti messe a segno da Luca Toni nella stagione 2005/2006. Anche questo è un dato su cui riflettere. Se, come speriamo, l'attaccante piemontese resterà a Firenze, sarà opportuno sia metterlo in condizione di migliorare la propria media-gol che affiancargli una valida alternativa. In caso di sua cessione, viceversa, occorrerà fondare un reparto avanzato che abbia più soluzioni per sfondare le difese avversarie. A centrocampo gli elementi validi non mancano, ma, a quelli che resteranno, servirà aggiungere interpreti del ruolo in senso stretto. Per quanto riguarda la difesa, infine, anche se i gol subiti non sono tantissimi, certi miti legati alle precedenti annate sono da mettere ormai definitivamente nel dimenticatotio. Chi quindi -e tutto fa pensare che la scelta sia ormai caduta su Corvino e Mihajlovic- dovrà avviare questo famigerato nuovo ciclo, a nostro avviso dovrà partire innanzitutto da una riflessione sugli errori fatti piuttosto che basarsi su alcuni -pochi in verità- progressi ottenuti.