OPZIONE O RECOMPRA
La trattativa che Corvino ha messo in piedi con la Juventus per portare a Firenze il talentuoso esterno offensivo croato Marko Pjaca, classe '95 che nelle ultime stagioni ha però dovuto convivere con guai fisici che ne hanno limitato il rendimento, ogni giorno che passa assume tratti di difficoltà sempre crescente. In particolare, se il giocatore da parte sua ha invece sciolto qualsiasi riserva di gradimento sull'eventuale destinazione, restano da definire molti dettagli sul trasferimento con la società juventina, che tutto vuole ma non dilapidare né rischiare di gettare al vento un investimento corposo operato due sessioni estive fa. Ed infatti alla Fiorentina sarebbero state proposte due opzioni a condizioni ben precise, alle quali però Corvino non ha risposto con grandissimo entusiasmo.
La prima è quella di un'opzione futura a favore della Juventus su Federico Chiesa. Non è un mistero che tra i grandi ammiratori dell'esterno viola ci sia anche il club bianconero, che in tal senso preferirebbe acquisire sin da subito una posizione di vantaggio nei confronti del Napoli, il cui presidente De Laurentiis stravede per il ragazzo, e dell'Inter. Ma da questo orecchio Corvino proprio non parrebbe sentirci: il dg viola non ha intenzione di stabilire già in partenza la destinazione futura del suo gioiellino, in modo da - se e quando sarà il momento - avere maggiore potere contrattuale, magari scatenando anche una mini-asta.
La seconda è invece quella dell'inserimento di un diritto di ricompra a favore bianconero all'interno delle modalità di trasferimento del croato alla Fiorentina. Anche su questa proposta Corvino tentenna, e non poco: se davvero dovesse mettere sul piatto 25 milioni di euro per averlo si tratterebbe della somma cash più significativa versata dalla società gigliata per acquistare un calciatore nella sua storia, e l'inserimento di una clausola cosiddetta buy-back, o recompra se la si vuol dire alla spagnola, potrebbe essere a quel punto un'arma a doppio taglio. In particolare se le sue prestazioni dovessero essere di livello: a quel punto la Juve avrebbe gioco facile nel riportarlo a Torino e poi rivenderlo in totale autonomia. E questo è uno scenario al quale la Viola non ha assolutamente voglia di andare incontro. Perché l'affare Morata proprio tra i bianconeri e il Real insegna.