NORMA ANTI SL, LA FIGC ASCOLTA COMMISSO. MA LE BATTAGLIE NON SONO ANCORA FINITE
C’è da scommettere che, nel momento in cui oggi nel Consiglio Federale è stata stesa nero su bianco la norma “anti-SuperLega” che costerà l’affiliazione a tutti quei club che in futuro vorranno partecipare a una competizione non prevista e non autorizzata da Figc, Uefa e Fifa, più di un pensiero - da parte degli ideatori e di quanti sono stati i primi firmatari - sia andato alle parole di Rocco Commisso. Del resto, era stato proprio il numero uno viola, non più tardi di una settimana fa, ad esprimere un punto di vista molto pratico su come gestire i postumi del tentativo di “fronda” perpetrata ai danni del calcio italiano da parte di Juventus, Milan ed Inter. Ovvero sottoscrivere un impegno che obblighi tutte le società del nostro Paese a rispettare le norme in vigore senza valutare altri tentativi di secessione: “Devo essere rassicurato che una cosa così non accada mai più” aveva raccontato mister Mediacom ed in effetti i vertici del calcio devono averlo ascoltato, visto che dopo oggi il futuro del nostro pallone sarà un po’ più tutelato. La Fiorentina sul tema non si sente di aggiungere altro ma è indubbio che più di un filo di soddisfazione deve aver attraversato le segrete stanze di viale Fanti.
Non è la prima volta, in ogni caso, che i suggerimenti di Rocco Commisso riescono a colpire nel vivo sulle questioni di stretta attualità nel mondo del calcio e, in alcuni casi, ad essere perfino realizzati in virtù della loro accortezza. La cessione dei diritti tv a Dazn (alla quale la Fiorentina è sempre stata favorevole fin dal primo momento) ne è l’esempio più chiaro, ma non minore importanza hanno rivestito nelle scorse settimane la vendita dei diritti di trasmissione audiovisivi della Serie A alla CBS per 170 milioni di euro (dove un ruolo decisivo lo ha recitato Commisso stesso) e la dura opposizione che il club viola ha fatto all’ingresso delle private equity (i cosiddetti “fondi”) nel calcio italiano, una scelta di scarsa lungimiranza che comporterebbe un ulteriore indebitamento e il rischio che a decidere sui temi più importanti del campionato non sia più un organismo come la Lega bensì finanziatori privati. A tutto questo si aggiunge l’uscita che a fine 2019 il presidente della Fiorentina fece a proposito dell’utilizzo del challenge nel Var (tema che la Fifa si è ripromessa di affrontare quanto prima) e le pressioni che Commisso aveva fatto un anno fa affinché si dimettesse il numero uno della Federcalcio americana Carlos Cordeiro dopo una serie di sue dichiarazioni di stampo misogino.
Tante battaglie vinte dunque, ma le sfide del calcio italiano (e del numero uno viola) non si sono ancora concluse. Due infatti sono le questioni che restano in sospeso per migliorare il pallone nostrano e che Commisso ha sottolineato nella chiacchierata al media ufficiale della Fiorentina pochi giorni fa: l’introduzione di una salary cap per certificare l'ammontare di denaro totale che ogni club può pagare per gli stipendi dei propri giocatori e soprattutto l’abbattimento dei costi per le commissioni agli agenti, un tema spinoso che - secondo quanto raccolto da Firenzeviola.it - è uno dei nodi da sciogliere a proposito del rinnovo di Dusan Vlahovic. La società viola in ogni caso ha ancora l'elmetto in testa e continuerà a lottare, proprio come fatto ieri da Pezzella e compagni contro la Juventus.