METTERE RADICI
Si torna volentieri a parlare di Fiorentina, quasi che gennaio fosse già parecchio lontano nella mente dei tifosi. Le due sfide seguite allo stop interno con la Lazio hanno regalato nuovo ottimismo alla piazza, più o meno mentre la squadra è parsa sempre più in grado di lasciarsi alle spalle fantasmi e zavorre del passato.
Merito della mentalità del tecnico, lo si è detto a più riprese, la cui diretta conseguenza è stata però anche la crescita di molti singoli, in in più di un caso persino inaspettata come testimonia l'exploit di Amrabat, lunedì sera a lunedì a La Spezia, finalmente in grado di rispondere presente nel momento del bisogno. Con lui l'ennesima conferma sulla corsia destra, con un'altra prova di sostanza di Odriozola.
Che su un terzino come Odriozola si potesse contare era sì una reale speranza al termine del mercato, ma pur sempre una sorta di scommessa. L’inserimento dello spagnolo, e la conseguente esplosione anche in termini atletici, è invece una delle migliori risposte a chi ha preferito prendere altre strade.
Perchè certifica come sia ancora possibile stabilire un legame forte tra calciatori e tifosi, professionisti e ambiente che scelgono di interiorizzare. In tal senso la lezione che sta regalando Alvaro sembra dare nuova linfa a quella speranza di fedeltà calcistica che la maggior parte dei tifosi ha perso, inevitabilmente schiacciati da scelte di mercato che non lasciano scampo.
E’ anche attraverso questo meccanismo, a prescindere da quello che sarà il destino dello spagnolo in prestito secco dal Real Madrid, che la Fiorentina può e deve pensare di crescere. Trovando uomini ancor prima che calciatori, in grado di riconoscere dove hanno l’opportunità di scendere in campo. E cominciando a mettere radici come sta facendo per primo quel pendolino iberico che risponde al nome di Odriozola.