LE VERITA' DI COGNIGNI
Un incontro per chiarire la posizione societaria nei confronti di Montella. Questo è quanto avvenuto oggi al centro sportivo, con una parte della stampa fiorentina. Sul metodo si potrà discutere a lungo (non è la prima volta, non sarà l'ultima in cui la Fiorentina decide chi tra la stampa è meritevole di partecipare chi no), sui concetti pure. Ma per il momento varrà limitarsi alla cronaca e ad assimilare gli argomenti riportati dal presidente esecutivo Mario Cognigni.
“Non ci sono possibilità che il nostro allenatore abbandoni la Fiorentina, resta al 100% – dice Cognigni - Mi sento quasi tutti i giorni con lui, compreso ieri. Non mi ha mai detto di volersene andare e di abbandonare un lavoro iniziato due anni fa". E allora perchè tutte quelle dichiarazioni? "Montella è giovane...Quelle del nostro allenatore sono esternazioni lecite, ma non condivisibili. Perché sbagliate nei modi e nei tempi. Nei modi considerando che certe cose si dicono privatamente e non a mezzo stampa. Sulla tempistica ricordo che sono state fatte quando ancora l’obiettivo minimo, ovvero il quarto posto, non era stato centrato. La società non deve avere addosso pressioni. Magari c’era un po’ di preoccupazione per gli ultimi risultati. Vincenzo però stia tranquillo, nessuno gli chiederà niente di più di quanto sarà possibile fare con il parco giocatori che i nostri due direttori gli metteranno a disposizione”.
Non resta che capire dove cominci la crescita, e dove si rischia la decrescita... “Un percorso di crescita – riprende Cognigni – non è legato strettamente ai soli risultati sportivi che possono cambiare per un fuorigioco o un infortunio. E’ un concetto più grande e questa stagione lo dimostra. Siamo arrivati quarti, come lo scorso anno, ma siamo cresciuti. Anche come società. Prandelli disse che viaggiavamo a due velocità diverse. Da una parte il comparto sportivo, dall’altra quello societario. Ora non è più così. Abbiamo chiuso il bilancio a dicembre nel 2013 con 130 milioni di fatturato contro i 100 del 2012, con un incremento del 30%. Logicamente dovremo continuare a muoverci al contesto di un fair play finanziario che esiste e che non abbiamo inventato noi. Ma semmai abbiamo capito prima di altre realtà. Per questo siamo più avanti di altre società che hanno pensato solo a mettere dentro giocatori dagli stipendi alti invece di guardare al futuro. Ma quando il calciatore ‘sportivamente muore’, nel senso invecchia e non è più utile, l’investimento che non c’è stato dove lo mettiamo?”
D'accordo ma Montella che ne pensa? La risposta della società è chiara: è d'accordo. Per questo i dettagli sulla clausola rescissoria presente nel contratto di Montella rinnovato nella scorsa estate per altri 4 anni ed in scadenza nel 2017 non fanno più troppo rumore. Perché non c’è il pericolo che il tecnico possa andarsene anche se la clausola, comunque, è valida fino al 15 giugno e fissata a 6 milioni. "E se arrivassero Barcellona o Juventus? - Cognigni taglia corto - Ce ne faremo una ragione… Ma in questo momento è una cosa da escludere”. A Montella, adesso, spettano le conferme sulla rinnovata voglia di continuare l'avventura in viola. Con Gonzalo e Borja freschi di rinnovo rispettivamente fino al 2017 e 2018.
E sul nodo centrale del mercato? Quello legato a Cuadrado? “Cuadrado – dice Cognigni – lo abbiamo preso grazie ad un’intuizione dei nostri direttori quando era appena retrocesso con il Lecce ed ai margini della rosa dell’udinese. Lì era sacrificato. Qui è cresciuto grazie al lavoro di tutti, all’allenatore, al nostro staff tecnico di prim’ordine, dai campioni con i quali ha giocato. Diciamo che il 90% del merito della sua esplosione è nostro, un 10% invece è suo. Con l’udinese ci incontreremo e parleremo del da farsi partendo da questo assioma. E dovremo anche capire quale sarà la volontà del calciatore che al momento non sappiamo. La cosa certa è che la Fiorentina crescerà, con o senza Cuadrado. L’esempio è quanto accaduto la scorsa estate. Abbiamo ceduto due giocatori importantissimi come Jovetic e Ljajic. Sembravano fondamentali per il nostro gioco, invece li abbiamo sostituiti grazie alle abilità dei nostri uomini mercato senza indebolirci"
In chiusura spazio anche ai progetti futuri su un nuovo impianto: “lo stadio nuovo con annessi e connessi rimane un elemento essenziale. Chi governava firenze però è diventato presidente del consiglio e con Renzi premier è logico che ci siano stati sei mesi di stop. Una sorta di semestre bianco, diciamo che non si son registrati passi in avanti. Finito questo periodo elettorale però, ripartiremo da dove ci siamo lasciati. E non siamo lontanissimi”.