LA MOSSA DEL CAVALLO DI NARDELLA E I DUBBI DI FIRENZE

19.01.2021 13:00 di  Andrea Giannattasio  Twitter:    vedi letture
LA MOSSA DEL CAVALLO DI NARDELLA E I DUBBI DI FIRENZE
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Dopo la chiara e decisa apertura da parte del Comune di Firenze sul fronte Artemio Franchi, la Fiorentina - per adesso - prende tempo. La volontà del club viola è senza dubbio quella di incontrare il sindaco Nardella per discutere del nuovo piano che riguarda, oltre che lo stadio, tutta l’area di Campo di Marte ma al momento non sembra essere imminente il faccia a faccia tra Rocco Commisso e il primo cittadino (che giovedì a Roma dovrebbe incontrare il numero 1 dell’Istituto per il Credito Sportivo Andrea Abodi). E anche il tema Campi Bisenzio, secondo quanto raccolto da Firenzeviola.it, non sembra essere particolarmente caldo nell’agenda del presidente viola, che prima dovrà avere risposte ad alcuni interrogativi. Gli stessi che, di fatto, sta avendo buona parte della città di Firenze dopo la conferenza di ieri di Nardella, che per la prima volta dopo svariati decenni ha scelto di giocarsi la credibilità (sue parole testuali) in un progetto decisamente imponente che trasformerà dalle fondamenta un intero quartiere della città. Le domande che sorgono spontanee (e che si fanno in particolare i cittadini, tifosi e non) però non sono poche:

1) Come mai solo oggi, dopo svariati mandati a Palazzo Vecchio, la Giunta ha scelto di sobbarcarsi oneri ed onori della vicenda Franchi? L’apertura di Nardella è quanto mai apprezzabile ma resta un mistero il perché, quando anche con Pontello, Della Valle e ora con Commisso il nodo-stadio era saltato all’occhio, mai prima di oggi il Comune si fosse messo in prima linea per risolvere in via definitiva questa questione.

2) I tempi: il cronoprogramma scandito ieri da Nardella è ambizioso (entro il 2022 la messa in sicurezza dell’impianto, nel 2023 l’assegnazione dei lavori ed entro la fine del mandato, ovvero maggio 2024, l’inizio dei cantieri) ma non è stata identificata una data per la fine. Qualcosa che va a cozzare non solo con il “fast fast fast” di Commisso con cui, ad esempio, è stato portato avanti il progetto a Bagno a Ripoli ma anche la pazienza dei fiorentini, che rischiano nel frattempo di veder ridotta la capienza del Franchi poiché l’agibilità, allo stato attuale, potrebbe essere limitata. E poi: dove andrebbe a giocare la Fiorentina durante i lavori?

3) La spesa: basteranno davvero 100 milioni di euro (o poco più) per restaurare e, in parte, rivoluzionare un impianto da 42.000 posti? Sulla base della missiva del Mibact, oltretutto, le curve non potrebbero essere toccate e pertanto realizzarne delle nuove all’interno porterebbe certamente ad una diminuzione dei posti all’interno dello stadio. Un aspetto che non farebbe felici i sostenitori viola, specie quelli di Fiesole e Ferrovia.

4) Ultima, ma non per importanza, la domanda delle domande: la Fiorentina da dove reperirà, con il nuovo Franchi, gli introiti sufficienti per diventare un club di alto livello e per sostenersi rimanendo stabilmente in alto in classifica? Con le volumetrie proposte da Commisso a settembre (50mila mq di commerciale) i guadagni sarebbero certi mentre con le timide (eufemismo) aperture arrivate dal Mibact la settimana scorsa, gli spazi realizzabili sarebbero lontani anni luce dal progetto di mister Mediacom