IL BLOB VIOLA, Platini e l'addio di Prandelli
I viola partono bene in campionato. Ma già da Gennaio l'attenzione è tutta verso la doppia sfida di Champions con il Bayern Monaco che si terrà in Febbraio, come andrà a finire è storia. Dopo quella doppia sfida i viola si ritroveranno frastornati, cominceranno a perdere troppe partite soprattutto in trasferta, in casa le cose sembreranno andare meglio tuttavia giunti all'ennesima partita decisiva (Fiorentina-Inter di Coppa Italia) non riescono a fare risultato. La prima parte di anno solare si chiude così, con una squadra già in vacanza da Aprile:
17-02-2010: Gli occhiali di Ovrebo e le smorfie di Platini.
Il 17 Febbraio è la data del grande scippo, del grande furto. Il giorno che tutta Firenze ricorderà con rabbia. E’ la data della partita più importante della storia recente dei viola: Bayern Monaco-Fiorentina. Tutto scivola via liscio nella freddissima notte dell’Allianz Arena, il gol di Natali pareggia il gol di Robben e in vista del ritorno i viola hanno un sensibile vantaggio. Minuto 92esimo: tiro di Ribery, respinta di Frey su cui si avventa Klose che spinge in rete con due metri di off-side che sia l’arbitro Ovrebo che il guardalinee Nebben non vedono. E’ lo scandalo del calcio, l’indecenza del football, la vergogna del settore arbitrale Uefa. E le immagini, i fotogrammi della serata restano in testa come un tarlo che ti batte nel cervello: come si fa a non vedere un fuorigioco del genere? In Champions, poi..
I Misteri del calcio continentale. Come misteriose sono le espressioni di Platini in tribuna, quasi contento, forse lieto, forse soddisfatto del furto a mano armata (la bandierina del guardalinee) appena commesso. Da quel momento i viola non si riprenderanno più. Come i pugili frastornati, arrancheranno alle corde per tutto il resto del 2010. Anche in quel momento l’ironia del tifoso viola dissimula la grande rabbia serpeggiante in città, fioccano foto con Ovrebo con il bastone da cieco e gli occhiali scuri. Nei bar e nelle piazze non si risparmiano battute al vetriolo anche sul vecchio bianconero Michel Platini.
03-06-2010: L’addio di Cesare ed il saluto dalla finestra della sede.
Se il 17 Febbraio è la data della rabbia, il 3 Giugno è il giorno della tristezza. La rescissione di Cesare Prandelli avviene nel silenzio rotto da qualche singhiozzo di pianto, l’istantanea unica e irripetibile di quello che è stato e quello che non sarà mai più è fotografata dalle stesse parole del futuro Ct della Nazionale: ''A chi mi incontra per strada e mi chiama 'Cesare'; a chi ha preso la pioggia, il sole, il vento al Franchi; a chi ha fatto le vacanze a Folgaria, a Castelrotto e a Cortina; a chi ha pianto per un rigore sbagliato o per la gioia di Anfield; a chi ha creduto come me e si e' emozionato per una solitaria bandiera viola ad una finestra; a chi ha pensato che, nonostante sbagliassi qualche cambio, ero comunque una persona per bene; a chi ha saputo capire ed apprezzare il significato del silenzio; a chi ha fatto centinaia di chilometri per dire 'io c'ero', quelli di Verona, di Torino e che hanno pianto di gioia con noi; a quelli che ci aspettavano all'aeroporto la notte per cantare 'forza viola'; a chi urlava 'falli correre' e a chi ha corso; a chi mi diceva, toccandomi ogni volta l'anima, 'Grande Mister, uno di noi' oppure 'quando parlo con te e' come se parlassi con un parente', fratello, zio cugino, padre non fa differenza. A tutti, a Firenze con la sua eleganza un po' malinconica, la sua diffidenza e la sua generosita', devo dire solo due cose: grazie e vi portero' sempre nel mio cuore. Cesare".
Si chiude così la prima parte dell’anno viola, tra sconforto e speranza, gratitudine e voglia di futuro ed un Cesare Prandelli che, visibilmente emozionato, saluta dalla finestrella della sede. Un momento che rimarrà inciso nel cuore.
(Seguirà il prossimo capitolo: Il Blob viola, Dal pianto di Jovetic alla Conferenza di Diego Della Valle)