DALL'ANNUNCIO AL DIBATTITO
Sarà che ormai da tempo parlare di stadio, nuovo o ristrutturato che sia, sembra quasi un ripetersi di concetti già conosciuti, ma certo che la vicenda relativa al trasloco che attenderà la Fiorentina nel biennio 2024-2026 sembra aver smosso parecchie coscienze, seppure fosse da metter in preventivo un'ipotesi del genere. Perché poi, al netto del cosiddetto senno del poi, la costruzione ex novo del Franchi avrebbe potuto comportare un momentaneo trasferimento, condizionale d'obbligo, e anche perché almeno in ottica europea non sono mancati esempi simili di squadre trasferitesi a giocare altrove.
Eppure a margine di un annuncio come quello del Sindaco Nardella di due giorni fa sembra essersi aperto un nuovo fronte di discussione, tutto legato al dove potrebbe finire a giocare la Fioerentina e comunque destinato a proseguire fino ad anno nuovo (aprile 2024 per la precisione) quando il nodo dovrà esser sciolto. E' allora semmai sotto questo profilo che vien da interrogarsi su come una questione del genere potesse esser posta senza grandi sbocchi operativi da una parte e dall'altra.
Se non mancano le frenate di chi, come Empoli, potrebbe diventare parte in causa di tutto l'iter d'altra parte resiste anche un silenzio del club che sulla questione stadio si è semplicemente (ed inevitabilmente) posto in condizione di attesa, interrogandosi semmai su come e quanto potrà esser gestita la nuova convenzione da stipulare. Certo, c'è da capire la delusione di una proprietà che avrebbe volentieri fatto di testa e di tasca propria sullo stadio (e anche di chi vede un'occasione persa il mancato coinvolgimento di Commisso) ma resta una condivisione dell'intero percorso che forse si doveva sviluppare prima, e meglio.
Tanto che adesso, nel dialogo a distanza e dopo tanti rimpalli, le incertezze sembrano riproporsi anche su uno dei primi aspetti pratici da affrontare lungo il percorso che da qui al 2026 dovrebbe consegnare alla Fiorentina e ai suoi tifosi un impianto migliore e più moderno, Con buona pace di chi prima di tutto dovrà affrontarne le complicazioni concrete come quei tifosi che nel bel mezzo di una sosta del campionato si sono ritrovati a scoprire, o meglio a sentirsi annunciare, che per almeno un paio di stagioni la squadra viola potrebbe giocare più o meno ovunque, tranne che al Campo di Marte.