DA UN CASO ALL'ALTRO
Tanto tuonò che piovve. Dopo mesi di tira e molla siamo arrivati alla verità incontestabile. Ed a prescindere dalle responsabilità che, di certo, verranno indagate approfonditamente, un dato resta ineluttabile a porre una pietra tombale sulla querelle Montolivo: lui prima o poi se ne andrà. E, nonostante la vicenda non sia ancora chiarissima e nonostante il dispiacere per vedere andar via un giocatore di fatto "cresciuto in casa", un pizzico di sollievo c'è. Perché almeno si può chiudere un capitolo, un fascicolo, una telenovela che da un certo punto di vista aveva stancato ed estenuato tutti, nessuno escluso.
Ora la palla passerà alla società. Inghiottito l'amaro quanto annunciato boccone la dirigenza dovrà in primis capire cosa fare (se cederlo o tenerlo a scadenza), ed eventualmente venderlo al miglior prezzo possibile e comprare un giocatore che possa sostituirlo al meglio. Detto fatto. Si sa, quando si chiude una porta si apre un portone.
Chiuso un caso se ne potrebbe però presto aprire un altro altrettanto spinoso. Quello di Alberto Gilardino. Le cose anche qui non sono chiare. C'è chi dice che il giocatore se ne vuole andare, c'è invece chi sostiene che sia proprio la società che non farebbe le barricate per tenerlo. La sensazione è che assisteremo, nostro malgrado, all'ennesima estate calda intorno al bomber biellese. Le parti (il manager del giocatore e Pantaleo Corvino) si incontreranno nelle prossime settimane e faranno il punto della situazione. E qui c'è una differenza sostanziale - quindi di non poco conto - tra la situazione Gilardino e quella Montolivo: il procuratore. L'entourage del bomber e il ds viola sono in ottimi rapporti e qualora si dovesse scegliere di non proseguire insieme il distacco sarebbe molto soft. A questo punto non resta che aspettare, coscienti che la grande rivoluzione è cominciata.