DA UN ABBRACCIO ALL'ALTRO: VLAHOVIC CERCA IL RISCATTO
Stretta all'angolo da una partita delicatissima, contro il Sassuolo la Fiorentina ha tirato fuori una prestazione che fa guardare avanti con un po' più di speranza. Non tanto per il punto, che smuove la classifica ma fino ad un certo punto (anche perché tutte le dirette concorrenti invischiate nella lotta salvezza hanno portato a casa punti, Torino a parte che giocherà stasera) quanto per uno spirito elogiato stamani anche da tutti i quotidiani.
Inoltre per una volta la Fiorentina non deve leccarsi le ferite dopo una partita, ma può prendere e analizzare quanto di buono mostrato nella gara. La prestazione di Franck Ribery, tornato leader nel momento più difficile, certo. Ma anche il gol - pur su rigore - di Dusan Vlahovic, che ha interrotto un digiuno che per lui durava dal 2 ottobre scorso e da 579 minuti in campo.
E alla fine poco conta che la rete sia arrivata su rigore, perché la pressione sulle spalle del classe 2000 era fuori dall'ordinario. C'è solo da immaginarsi cosa sarebbe successo se quel tiro dagli 11 metri fosse finito fuori, quindi è evidente come non fosse un calcio di rigore come gli altri. Dopo il gol un altro momento significativo: un lungo abbraccio con Cesare Prandelli che ha ricordato quello tra lo stesso Vlahovic e Montella dopo una rete allo scadere all'Inter.
Altri tempi, chiaro. Sulla maglietta per esempio c'era il 28, non il numero 9, e sugli spalti il calore del pubblico non il silenzio assordante di uno stadio vuoto. Ma segnale di un rapporto che anche con il nuovo tecnico è ottimo, e non potrebbe essere altrimenti vista la scelta di Prandelli di puntare tutto sull'attaccante serbo facendo sedere in panchina Kouame e Cutrone. Vlahovic ha sempre avuto un grande rapporto con tutti e tre i tecnici che gli sono passati davanti, questo con Prandelli potrebbe comunque essere un nuovo inizio. Per la Fiorentina e per lui.