CINQUANTANOVE VOLTE DIEGO

Auguri al "patron" Diego Della Valle da tutta la redazione di Firenzeviola.it per il suo 59esimo compleanno
30.12.2012 00:00 di  Stefano Borgi  Twitter:    vedi letture
CINQUANTANOVE VOLTE DIEGO
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© foto di Federico De Luca

Nominalmente “tifoso”, forse il più celebre e potente d'Italia, è in effetti il vero proprietario della Fiorentina. Sopratutto e' colui che decide, che detiene l'ultima parola. Nonostante la posizione defilata, da tifoso appunto... E tutto questo con buona pace del fratello Andrea. Diego Della Valle compie oggi compie 59 anni, buona parte di questi trascorsi a capo di qualcosa, presidente di qualcos'altro, azionista di qualcos'altro ancora. Sempre e comunque in plancia di comando. Diego nasce il 30 dicembre 1953 a Sant'Elpidio a Mare, e difficilmente ricevera' gli auguri di Sergio Marchionne e Andrea Agnelli. A lui vanno, invece, gli auguri di tutta la redazione di Firenzeviola.it.



QUANDO TUTTO EBBE INIZIO - Era il lontano 2 agosto 2002 quando Diego (ci permetta la confidenza, una volta tanto...) fu convocato dall'allora sindaco di Firenze Leonardo Domenici: c'era da salvare la Fiorentina, da tenere in vita il titolo sportivo, da restituire a Firenze la dignità, il blasone conquistato in 76 anni di storia calcistica. E Diego accettò, anche se qualche anno prima lui stesso aveva fatto parte del consiglio d'amministrazione dell'Inter. Da quel giorno comincia un meraviglioso matrimonio (chiamarla storia d'amore ci pare troppo...) permeato di passione e coinvolgimento, che come tutti i matrimoni ha vissuto la crisi del settimo anno (2009, l'inizio della fine del ciclo Prandelli), che come qualche matrimonio ha visto il riavvicinamento, la fiammella che si riaccende, la nascita del terzo elemento che riunisce la coppia. Eh già, Andrea Della Valle nel ruolo del figlio, di una casa da comprare, di un obbiettivo da raggiungere, qualcosa insomma per il quale valga la pena lottare e camminare insieme.

SO' DIEGO, TI SPIEGO... E Andrea sta portando avanti il progetto con competenza e lungimiranza, rigorosamente sotto la supervisione del fratello/genitore Diego. Del resto non mancano gli esempi. Due su tutti: la “visita” del 6 aprile, prima di Milan-Fiorentina, che vide il “patron” catechizzare la truppa viola smidollata e recalcitrante. Sopratutto relegata in fondo alla classifica, con vergogna ed ignominia. Il giorno dopo finirà 2-1 per la squadra di Delio Rossi, addirittura con Amauri che segna al 92'... Il miracolo di Diego si spiega anche così. Secondo esempio: luglio 2012, ritiro di Moena, la rosa della Fiorentina langue, il mercato non si sblocca, Pradè e Macià aspettano un segnale. Ed il segnale arriva. E' quello di Don Diego che abbassa la bandiera a scacchi (il motivo? Chissà, forse l'area Mercafir...) ed in men che non si dica vengono ufficializzati Borja Valero, Gonzalo Rodriguez, Cuadrado, Roncaglia, Mati Fernandez... Stavano tutti lì, aspettavano Diego, aspettavano un segnale che scatenasse l'inferno. Da quel momento Diego torna nelle retrovie ed il testimone passa ad Andrea, in una staffetta ideale. Il traguardo finale? Rivedere la coppia in tribuna d'onore al "Franchi", magari per festeggiare il ritorno in Champions League, dispensare sorrisi e idee per il terzo scudetto. Insomma, Diego la mente, Andrea il braccio, un patto d'acciaio che fa sognare tutta la Firenzeviola. Altro che hobby...