CHE FINE HA FATTO KING ARTHUR?

11.10.2022 16:30 di  Alessandro Di Nardo   vedi letture
CHE FINE HA FATTO KING ARTHUR?
FirenzeViola.it
© foto di Giacomo Morini

Il 5 febbraio 2022, a poche ore dal suo arrivo in Italia, Arthur Cabral debutta dal primo minuto: 76 minuti che, nonostante la sconfitta dei viola, lasciavano ben sperare soprattutto per i movimenti e l’incisività messa il campo dal sostituto designato di Dusan Vlahovic. Un’eredità pesante che sembrava essere accettata sia dalla società che dal brasiliano, impossessatosi subito della nove abbandonata dal serbo. L’investimento di sedici milioni fatto da Pradé ed i suoi testimoniava la volontà del club di battezzarlo come futuro centravanti per il nuovo corso di Vincenzo Italiano.

Duecentoquarantesette giorni dopo, l’ennesima panchina, proprio contro la Lazio, rischia di essere la pietra tombale sulla sua esperienza a Firenze. Nonostante gli attestati di stima di dirigenti e tecnici, il progetto Cabral sembra essere finito nel dimenticatoio: tre soli gol in otto mesi d’Italia, uno in questa stagione (in Conference contro il Twente). Un bottino senza dubbio scarno se pensiamo che il classe ’98 si presentava a inizio 2022 come uno dei migliori under24 nel panorama europeo per quanto riguarda la vena realizzativa (a febbraio erano 28 i gol realizzati a stagione, numeri superiori a Darwin Nunez -26- e Kylian Mbappé -26-).

Nonostante i mesi in chiaroscuro nel finale dello scorso campionato, in estate c’era tanta fiducia per un giocatore che si pensava potesse giovare di una preparazione estiva ad hoc che lo potesse aiutare a riacquistare brillantezza atletica. Invece, anche di questa seconda versione di Cabral, è rimasta solo qualche rovesciata tentata a Moena, il gol sottomisura al Twente e poco altro. Partito alla pari con Luka Jovic, nelle ultime settimane Italiano sembra averlo accantonato in un dualismo che finora non ha aiutato nessuno: in panchina per tutto il tempo sia contro la Lazio che in Europa contro gli Hearts, per ritrovare l’ultima gara da titolare di Cabral risale al 15 settembre, un tempo di grigiore nella complicata serata di Istanbul. Da lì solo le briciole: una manciata di minuti con Verona e Atalanta e poi due esclusioni consecutive che fanno rumore. A quasi un anno dall'arrivo a Firenze, si iniziano già a tirare le somme ed il piatto (se bilanciamo l'investimento fatto coi risultati) piange. Cabral ha ancora un mese per riprendersi spazio e stima da parte dello staff, magari ad iniziare proprio dal match di giovedì contro i non irreprensibili Hearts. Per adesso però King Arthur rimane in secondo piano, un re senza corona e senza regno.