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C'era una Volta in Viola, la storia di Mario Pizziolo: il primo campione del mondo della storia della Fiorentina

C'era una Volta in Viola, la storia di Mario Pizziolo: il primo campione del mondo della storia della Fiorentina
martedì 10 giugno 2025, 17:53Notizie di FV
di Samuele Fontanelli

"Campioni del Mondo", una frase iconica che ha reso per sempre immortali le voci di Fabio Caressa, che la urlò per quattro volte a Berlino nel 2006, e di Nando Martellini che raccontò per la Rai la finale del Mundial spagnolo del 1982. Prima di loro e dell'avvento della televisione questa frase era stata pronunciata in due occasioni da Nicolò Carosio. Nel 1938 a Parigi e soprattutto per la prima storica volta a Roma, allo stadio nazionale del Partito Nazionale Fascista (l'odierno Flaminio), il 10 giugno del 1934. 

Campione del mondo con la Nazionale azzurra alla kermesse italiana organizzata dal regime fascista fu anche un calciatore della Fiorentina, Mario Pizziolo. Nato a Castellammare Adriatico, un piccolo comune poi unificato a quello di Pescara, il 7 dicembre del 1909, Pizziolo è stato il primo giocatore gigliato a diventare campione del mondo. Faceva parte infatti della Nazionale di Vittorio Pozzo che riuscì nell'impresa, seppur con qualche dubbio riguardo a possibili aiuti da parte dell'organizzazione, di portare a casa la Coppa Jules Rimet del 1934. Di ruolo mediano, Pizziolo cresce nei vivai di Ternana e Livorno e fa il suo esordio tra i professionisti con la Pistoiese. Dopo 5 stagioni in maglia orange, il centrocampista pescarese nel 1929 passa alla Fiorentina. Il club viola, da poco fondato dal marchese Luigi Ridolfi, si trova in seconda divisione e solo nel 1931 riuscirà a vincere il campionato cadetto ottenendo così la promozione in Serie A. Pizziolo rimase a Firenze fino al 1936, quando tornò in Abruzzo per disputare, a soli 27 anni, la sua ultima stagione da calciatore con la maglia del Pescara. Una carriera costellata da infortuni quella di Pizziolo che è ricordata soprattutto per un grave torto subito proprio ai mondiali del 1934.

Titolare di quella Nazionale, Pizziolo gioca il match inaugurale del torneo, valido per gli ottavi di finale, contro gli Stati Uniti e parte dal primo minuto anche nei quarti contro la Spagna. Durante la partita, disputata tra l'altro nella sua Firenze, il centrocampista abruzzese subisce un grave infortunio al ginocchio sinistro. Non essendo previste sostituzioni Pizziolo stringe i denti e gioca fino al termine dei tempi supplementari ma il suo mondiale è finito. L'Italia batterà la Spagna nella riedizione del match dei quarti di finale che era terminato in pareggio (non erano previsti ancora i calci di rigore), supererà l'Austria in semifinale e trionferà nell'ultimo atto della competizione contro la Cecoslovacchia il 10 giugno. La federazione, chiaramente specchio del regime fascista, decise di premiare solamente i partecipanti alla finale e Pizziolo fu ingiustamente privato del titolo di campione del mondo, della medaglia d'oro e del premio di 20.000 lire spettante ai giocatori in caso di trionfo. Solamente 54 anni dopo, nel 1988, la federazione si ricorderà dell'ex mediano gigliato consegnandogli una copia della medaglia d'oro di campione del mondo. Il giusto tributo per un uomo che per tutta la vita si era battuto contro un'ingiustizia. Poco dopo quel meritato riconoscimento Pizziolo, gravemente malato, morirà nella sua Firenze all'età di 80 anni.