C'era una Volta in Viola, il fratello del Divin Codino: la storia di Eddy Baggio

Baggio, quante volte l'abbiamo sentito pronunciare questo cognome, quanti ricordi ci evoca. Dalle grandi giocate in maglia viola al traumatico trasferimento alla Juventus, fino al mondiale del 1994 e al rigore finito sopra la traversa in finale contro il Brasile. Un cognome che tutti noi d'impulso associamo ad un nome, Roberto, e ad un simbolo, il codino. Oggi però voglio raccontarvi la storia di un altro Baggio. Non Dino, ex centrocampista di Parma e Juventus, ma Eddy, il fratello minore del Divin Codino. Nessun taglio di capelli particolare e una carriera passata a girare l'Italia tra la Serie C e il campionato cadetto.
7 anni più piccolo di Roberto, Eddy Baggio, il cui nome è un omaggio al cannibale del ciclismo Eddy Merckx, nasce a Caldogno il 23 agosto del 1974. Più attaccante che numero 10 come il fratello, ad inizio anni 90' Eddy è un giovane di belle speranze, e con un cognome pesantissimo, del vivaio della Fiorentina. In un'epoca in cui non esistevano né YouTube né Instagram, inizia a circolare la voce che in prospettiva sia addirittura più forte di Roberto. I due si affronteranno solo una volta, in amichevole, nell'ottobre del 1992. In vista del match contro la Svizzera valido per la qualificazione ai mondiali di USA94 la primavera viola fa da sparring partner alla Nazionale di Arrigo Sacchi. Al Franchi la partita termina 6-1 per gli azzurri ma il più giovane di casa Baggio si mette in mostra con l'assist (in netto fuorigioco) per il gol bandiera dei gigliati.
L'anno successivo, con la Fiorentina in Serie B, Eddy viene aggregato in prima squadra. Chiuso da giocatori come Batistuta, Baiano, Robbiati, Banchelli e Flachi non scende mai in campo e i viola decidono di cederlo. Per Baggino, come qualcuno prova a soprannominarlo, inizia così una carriera fatta di numerosi trasferimenti in giro per l'Italia e oltre 100 gol tra i professionisti. Tra il 1998 e il 2002 vive gli anni migliori della sua carriera tra Ancona, dove condivide l'attacco con un altro fratello d'arte come Massimiliano Vieri, Ascoli e Catania. Vestirà poi romanticamente la maglia del Vicenza, squadra in cui aveva esordito suo fratello, e diventerà eroe a Pisa salvando all'ultimo minuto i nerazzurri dalla retrocessione in Serie C2 nel 2006. Dirà basta con il calcio giocato 4 anni più tardi, nel 2010, dopo le ultime stagioni passate in Promozione umbra con le casacche di Campitello e Amerina. Una carriera vissuta a suon di gol, da bomber di provincia, con un pesante cognome scritto sulle spalle.
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