Gudmundsson regista d’attacco farà la differenza. Pioli studia gli equilibri per un tridente. Un limite nella rosa c’è: mancano gli esterni alti. Ma quanti passi in avanti rispetto a un anno fa.

Premessa: dice Pioli che parlare di moduli non ha più senso, nella fluidità dei ruoli ci sono spazi da ‘riempire bene’. Il successo in attacco e difesa è dunque proporzionale all’applicazione, alla gamba e all’intelligenza dei giocatori che devono prevedere quello che succederà nelle zone confinanti rispetto a quella che ospita l’azione. Il primo modulo comunque l'abbiamo visto con chiarezza, un 3-4-1-2 parecchio estivo ma indicativo, almeno sotto il profilo della mentalità offensiva.
Ci concentriamo perciò su Gudmundsson senza avere alcuna voglia di innescare paragoni con il passato e su un tipo di gestione che non c’è più. Oltreché inutile, sarebbe un esercizio poco elegante per assenza di contraddittorio.Quello che avevamo da dire sul suo impiego in modalità ‘regista arretrato’ è già agli atti da parecchi mesi, ora ci interessa capire come il giocatore islandese potrebbe diventare uno dei punti di forza della nuova Fiorentina. Abbiamo il netto sospetto che questo possa succedere.
Pioli ha definito il giocatore con 6 parole: sa scegliersi la posizione da solo. E se questa non è funzionale esclusivamente alla fase di recupero, i vantaggi saranno tanti proprio perché Gudmundsson ha un talento verticale e quando punta la porta la becca 9 volte su 10, riuscendo a tenere la palla bassa anche se tira in corsa.
L’ex Genoa ha lo spessore per diventare il regista avanzato della Fiorentina, o all’occorrenza anche una mezzala, sa valutare i tempi e capisce il gioco per impostare la ripartenza: e se tutto questo avviene a 25-30 metri dalla porta avversaria (e non a 50 -60) i vantaggi per la squadra saranno clamorosi. Come al solito tutto dipenderà dall’equilibrio e dalle motivazioni personali, è stato confortante però scoprire che Pioli ha anche in mente di far giocare Kean e Dzeko insieme proprio a Gud, certo non sempre, ma che gran passo in avanti in termini di mentalità rispetto al passato.
Sarà una Fiorentina tosta nell’uno contro uno e ‘anarchica’ in fase offensiva, nel senso che la qualità individuale comporta un’attività che non può essere ingabbiata, ha bisogno di libertà Dovranno essere i ‘principi di gioco’ a soccorrere la squadra in base alle decisioni prese dagli avversari. Gudmundsson potrebbe essere il gestore dell’anarchia in attacco, quella che onestamente a livello calcistico ci piace tanto.
Fra le cose che Pioli ha a disposizione, c’è l’entusiasmo ritrovato. Fra quelle che non ha, gli esterni di attacco. Nel Milan e nell’Al Nassr - ma già ai tempi di Firenze con Chiesa - ne ha fatto largo uso e in ogni caso rappresentano una soluzione che non può mancare all’interno di una rosa profonda. L’allenatore ha chiarito che preferisce avere a disposizione un numero di giocatori adeguato e non superiore alle esigenze, soffrirà magari in alcune partite ricorrendo a qualche giovane, ma non sopporta l’emarginazione di alcuni elementi poco impiegati o addirittura mai utilizzati. In questo momento gli esterni di attacco della Fiorentina sono Sottil e Ikone, e se per il primo si parla dell’ennesima possibilità di rilancio è difficile pensare a un recupero dell’esterno francese che ad un certo momento della scorsa stagione sembrava poter restare a Como, ma invece è rientrato alla base. Per ora - ma pensiamo anche per dopo - fuori dai radar.
La Fiorentina dovrà muoversi sul mercato per colmare queste esigenze, dopo aver cercato ovviamente di piazzare i giocatori che non rientrano nei piani. Pioli ha chiesto tempo per capire il valore e la disponibilità dei giocatori che ha a disposizione, ma ancor prima del ritorno dalla tournée inglese avrà le idee chiare. Intanto c’è una base solida, anzi galattica, se pensiamo alla formazione schierata da Palladino nella prima amichevole della scorsa stagione: Christensen, Kayode, Ranieri, Biraghi, Dodo, Mandragora, Bianco, Parisi, Sottil, Brekalo, Kouame. Se vengono i brividi, non è per il freddo.
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