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C'era una Volta in Viola, Pecos Bill: la storia di Giuseppe Virgili

C'era una Volta in Viola, Pecos Bill: la storia di Giuseppe VirgiliFirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca
Ieri alle 17:57Notizie di FV
di Samuele Fontanelli

Negli anni 40' del 1800 in Texas nacque un bambino che venne cresciuto da un branco di coyote. Ritrovato anni dopo da suo fratello, quel bambino, ormai uomo, divenne un cowboy formidabile. In sella al suo cavallo usava un serpente a sonagli come lazo e addirittura una volta per amore sparò a tutte le stelle del cielo tranne una, la celebre Lone Star diventata il simbolo del Texas. Vi starete chiedendo di chi sto parlando e cosa c'entri con la storia della Fiorentina. La risposta è in realtà piuttosto semplice. Sto parlando di Pecos Bill, il personaggio protagonista di una celebre serie western a fumetti riadattata anche in Italia intorno alla metà del secolo scorso. 

E proprio Pecos Bill, vista la sua grande passione per i fumetti, era il soprannome (dato da Gianni Brera) del pistolero della Fiorentina del primo scudetto, Giuseppe Virgili. Nato ad Udine il 24 luglio del 1935, Virgili fin da piccolo si mostra abile sia in porta che in attacco. Diventato centravanti fa il suo esordio con la maglia bianconera dell'Udinese a 16 anni, segnando appena maggiorenne la sua prima rete da professionista. Per 75 milioni di lire più il mediano Beltrandi, nell'estate del 1954 Virgili passa alla Fiorentina. In viola sarà il protagonista assoluto, con 20 gol segnati in campionato, della vittoria del primo scudetto nel 1956, mentre l'anno successivo sfiorerà il trionfo europeo nella finale di Champions League persa al Bernabeu contro il grande Real Madrid. Dopo 59 reti in 110 partite in maglia gigliata Virgili passa prima al Torino, dove sarà ricordato soprattutto per una tripletta alla Juventus, e poi al Bari. Con i pugliesi tra l'altro si mise in mostra anche tra i pali in un match contro il Milan. Pecos Bill prima segnò su punizione e poi, vista l'impossibilità all'epoca di compiere sostituzioni, si mise i guantoni (anche se in realtà in quegli anni erano usati molto di rado) al posto dell'infortunato portiere dei Galletti Magnanini.

Livorno e Taranto in Serie C le ultime tappe di una carriera conclusasi nel 1966, quando Virgili aveva solo 31 anni. In nazionale colleziona poche presenze, anche se sarà ricordato per i famosi "due gol e mezzo" segnati in amichevole a San Siro al Brasile di Didi. Il centravanti friulano realizzò una doppietta e poi intervenne in scivolata insieme al difensore verdeoro De Sordi per deviare in porta il pallone della terza marcatura azzurra. Il direttore di gara assegnò l'autorete al terzino brasiliano ma Virgili ha sempre sentito suo quel gol. Tentato senza grande successo un percorso da allenatore torna a vivere nella sua Firenze, dove dirigerà una scuola calcio che poi porterà il suo nome. Nel 2013 Virgili entra a far parte della Hall of fame viola e tre anni dopo, il 10 giugno 2016, si spenge all'età di 80 anni. In occasione dei funerali nella Chiesa di San Gervasio saranno tantissimi i tifosi viola a rendergli omaggio.