AMARA SALVEZZA
La partita è stato l'ultimo dei problemi, è stato tutto chiaro sin da subito, con l'unico intervallo figlio del momentaneo gol dell'Empoli. Le parole della vigilia, gli inviti a non fare calcoli, sono state spazzate via dalla paura e dalla consapevolezza (decisamente forte in casa Genoa) che l'Inter alla fine avrebbe avuto la meglio sull'Empoli. E così ne è venuta fuori la classica partita tra due squadre intimorite, che fin dalle prime battute hanno fatto i propri calcoli in attesa che da San Siro arrivassero notizie dei gol di Keita, prima, e Nainggolan poi.
Di fronte a questo scenario era inevitabile che il campo finisse in secondo piano rispetto alle vicende societarie. L'assenza di Diego e Andrea Della Valle in quella che potrebbe essere stata la loro ultima partita da proprietari della Fiorentina non parla a favore di chi, in 17 anni, ha fatto vivere anche momenti di forte esaltazione ai tifosi viola,. Ma soprattutto conferma - ce ne fosse ancora bisogno - come i fratelli marchigiani non abbiano mai voluto capire troppo del mondo fiorentino e tantomeno viverlo o mischiarcisi. Stesso discorso, più o meno, con le logiche del mondo del calcio, quelle che per esempio imporrebbero ai dirigenti di mettere la faccia almeno alla fine del campionato. Un universo, quello viola, che vive e palpita in uno stadio che soltanto Andrea ha provato a vivere prima che le contestazioni fossero – a suo avviso – troppo feroci, mentre Diego, se possibile, ha sempre snobbato l'appuntamento domenicale.
Che il saluto tra Firenze e i Della Valle potesse essere velenoso era facile prevederlo, ma senza i protagonisti in tribuna tutto ha avuto un sapore ancora più amaro e deludente. Anche perchè, appena qualche fila sopra dove solitamente sedeva ADV, è apparso il braccio destro di Rocco Commisso, quel Joe Barone vice presidente dei New York Cosmos che presto potrebbe diventare un dirigente della nuova Fiorentina americana. Senza i Della Valle (nel dopo gara è filtrata la posizione dei proprietari che non torneranno al Franchi con questo clima di contestazione, ma che da domattina organizzeranno un Cda d'urgenza), ma con il rappresentante del magnate americano intenzionato ad acquistare la Fiorentina: finisce così la stagione più brutta, e forse l'ultima, dell'era Della Valle. La terza lontano dall'Europa, stavolta chiusa con il sedicesimo posto in classifica e con dirigenti che già erano reduci da annate disastrose come nel biennio tra il 2010 e il 2012. L'unica certezza, dal valore assoluto, è che chiunque rilevi la società il prossimo anno sarà ancora in Serie A. Peggior finale era difficile immaginarselo.