ROCCO, Vlahovic non lo do via. Mercafir buffonata

Il presidente della Fiorentina Rocco Commisso è intervenuto questa mattina ai microfoni di Rai Radio1 Sport. Ecco le sue parole: "Il mercato viola? Io sono soddisfatto con tutti e quando ho critiche da fare, le faccio in privato. Tutti stanno facendo bene, poi il campo parlerà. Il mercato penso sia finito a meno che non ci sia una sorpresa che per la verità sorprenderebbe anche me. Il momento della Fiorentina? Quando sono arrivato a Firenze i viola si sono salvati all'ultima giornata e nel mio primo anno dal 16° posto ho portato la squadra al 10°: nessuno nel campionato italiano al suo primo anno è riusciuto a migliorarsi di sei posti. Oggi è vero, stiamo faticando ma rispetto a qualche settimana fa siamo migliorati. Nessuna squadra nelle ultime 8 partite è risalita in classifica come noi".
Sul progetto infrastrutture: "L'Italia la conoscete meglio di me... io non sono venuto qui per fare business, non ne ho bisogno. In un certo senso mi aspettavo questa situazione perché conoscevo la burocrazia. Speravo che il Comune di Firenze mi lasciasse fare qualcosa dopo aver parlato per 10-15 anni di stadio. Dopo aver parlato del Franchi, si è passati alla Mercafir che è stata un'altra buffonata... volevano solo i miei soldi. E ora siamo tornati a Campo di Marte ma la Sovrintendenza non mi fa fare ciò che voglio. Adesso visto che il Franchi è un monumento, i soldi ce li deve mettere lo Stato. Adesso vediamo se il futuro della Fiorentina sarà ancora a Campo di Marte o in un altro posto".
Sul futuro di Prandelli: "Una cosa per volta... il suo contratto finisce a giugno, poi si vedrà. I risultati contano così come la meritocrazia che in Italia conta poco ma per me invece no".
Su Vlahovic e Kokorin: "L'ultimo arrivato lo devo ancora vedere, per ora l'ho visto nei video... ma credo in Pradè e in coloro che lo hanno portato qua. Su Vlahovic, non è stata una cosa facile raggiungere questo livello: Prandelli ha riconosciuto il valore del ragazzo, lo ha fatto giocare e guardate cosa è successo. Ora è sbocciato come un fiore e tutti lo vogliono: ma io non lo do a nessuno".
Sugli obiettivi futuri della Fiorentina: "Non c'è nessuno che vuole vincere come me: serve pazienza, ma i nostri ricavi non sono pari a quelli delle squadre che fatturano 200-300 milioni. Io fino ad oggi per fortuna non sono andato in bancarotta. Lo scudetto? Speriamo... io non faccio promesse che non posso mantenere. Il primo anno è stato di transizione, ora l'obiettivo è tornare nella parte sinistra della classifica. L'Atalanta ci ha messo sei anni per restare stabilmente tra le prime dieci".
Se si è pentito di aver investito nel calcio italiano: "No, anche se forse i tempi sono stati sbagliati... perché ho speso tanti soldi e poi c'è stato il Covid. Con la pandemia i nostri ricavi si sono decimati".
Sulla riapertura degli stadi: "Io sono pessimista su questo fronte... io non guardo solo l'Italia ma anche l'Europa e l'America: non credo che per quest'anno gli stadi saranno riaperti. Spero che ciò accada il prossimo anno, anche se sarebbe bello rivedere presto i tifosi, anche se pochi. I tifosi della Fiorentina sono stati fondamentali perché non hanno criticato e hanno aiutato la squadra a risalire la classifica".
Se vuole restare in Italia a fare calcio: "Nono, ancora non scappo... (ride ndr). Io ho 71 anni e voglio fare qualcosa. Dal 1926 la Fiorentina non ha mai avuto nulla di proprietà ma tra pochi giorni faremo la posa della prima pietra del centro sportivo che sarà il più grande d'Italia e sul quale ho investito 85 milioni, per i 26 ettari da cui è composto. Io sto spendendo tanto nel centro sportivo, molto più rispetto al valore delle altre squadre che in questo momento sono in vendita".
Su Ribery: "Io non so se vuole tornare in Germania, anzi ha detto che vuole restare qua. Oggi non parlo di futuro, andiamo avanti nei prossimi mesi: a me non piace mandare via le persone".
Sulla Lega di A e l'ingresso dei fondi: "Io non sono andato mai in Lega, c'è fin troppa politica a Firenze... alle vicende di Lega si interessa Joe Barone. A Dal Pino mesi fa dissi che l'exit strategy dei fondi non deve essere un problema".
Su Federico Chiesa: "Mi viene da sorridere che un imprenditore come me, ex emigrante calabrese, ha dovuto finanziare gli Angelli... dico solo che lui è voluto andare via e ora sta facendo bene alla Juventus. Il nostro obiettivo adesso è gestire i 30 giocatori che ci sono in rosa, che sono delle piccole imprese visto che ognuno di loro è gestito da un procuratore".
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