INTER: è morto Benito 'Veleno' Lorenzi
Ora più che mai sarà sempre il nostro 'Veleno' della leggenda nerazzurra, di quel rigore assegnato al Milan e di quella fettina di limone - che negli anni cinquanta era l’unico modo per togliersi l’arsura in campo - infilata di soppiatto sotto il pallone. Rigore fallito, grande Benito Lorenzi. Grande in tante cose, nella forza agonistica, nella tecnica, nella vivacità, nell’astuzia e nella rabbia con cui affrontava ogni partita, ma soprattutto i derby. Contro il Milan metteva tutto quello che aveva nel cuore e nei muscoli. Classe 1925, è stato grande nei 143 gol segnati in 314 partite giocate in undici anni di maglia e cuore nerazzurro, due scudetti vinti nel ’53 e nel ’54, quattro reti per la Nazionale e 14 presenze.
Grande fino all'ultimo, San Siro come una seconda casa, Appiano come meta del sabato: sin quando ha potuto.
Benito era arrivato a Milano dall’Empoli nella estate del ’47. A soprannominarlo 'Veleno' non è stato il mondo del pallone, ma sua mamma, quando ancora erano a Borgo a Buggiano, il paese di nascita in provincia di Pistoia. Lei lo fece con quel senso dell’umorismo che i toscani hanno, non sapeva che aveva dato vita a una leggenda del calcio. E neanche quel ragazzino sapeva che avrebbe avuto un futuro in cui decine di migliaia di persone l’avrebbero visto e ammirato e anche chi è venuto dopo, chi non lo ha visto giocare (attaccante veloce e mai domo, sempre alla ricerca del gol), ne avrebbe sentito parlare e ne avrebbe parlato. Sempre con ammirazione, anche e soprattutto per la sua generosità, offerta soprattutto ai giovani, come allenatore (ultimo allievo del Settore Giovanile nerazzurro Arturo Di Napoli) e come cristiano, sempre pronto a dare un aiuto a chi ne aveva bisogno.
Benito Lorenzi ci ha lasciato dopo una lunga malattia, aveva 81 anni. Noi non lasciamo il suo ricordo, quello di ‘Veleno’, uomo della leggenda nerazzurra.
Fonte inter.it