GRAVINA, A Coverciano posti per terapia intensiva
Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, è intervenuto a Sky Sport per parlare delle ultime notizie riguardanti il calcio italiano in questi giorni difficili, a iniziare da quanto ha fatto il mondo del pallone in questa emergenza Coronavirus: "La solidarietà è importante e il calcio ancora una volta ha dimostrato una grande sensibilità nel cercare di stare vicini ai tifosi. I nostri campioni del mondo 2006 hanno lanciato diversi messaggi, a cominciare da Cannavaro e Del Piero. Voglio poi parlare dell'ultima campagna di sensibilizzazione: oggi la Federazione mette a disposizione il suo gioiello di famiglia. Ringrazio Dario Nardella, sindaco di Firenze, e gli assessori Vannucci e Saccardi, per aver accettato la nostra disponibilità di mettere a disposizione il centro tecnico di Coverciano per dei posti di terapia intensiva. Due settimane fa abbiamo messo a disposizione una palazzina per i vigili del fuoco e oggi metteremo a disposizione anche la nostra foresteria per medici e infermieri. Nella grande palestra potranno essere ricavati 20 o 30 posti per la rianimazione. Questo è il calcio che mostra il suo vero lato".
I tempi con cui il calcio ha agito?
"Il calcio ha riconosciuto il ruolo centrale della FIGC e questo non avveniva da tempo. Ci sono stati dei dialoghi piuttosto accesi, ma mi chiedo dove non sia avvenuto. Abbiamo avuto grandi momenti tensione anche in ambito imprenditoriale. Spero solo che non si dimentichi che il calcio è la terza industria più grande del paese".
Quali sono i piani per tornare a giocare?
"Abbiamo un piano che ha priorità assoluta: il valore della competizione sportiva. Ci siamo già attivati affinché la Fifa riveda alcune proroghe per quanto riguarda le scadenze di contratti nel caso in cui si vada oltre il 30 giugno. Al momento la dead-line è quella: il 30 giugno. Per farlo dovremmo partire entro la fine di maggio, sempre attenendoci alle ordinanze e alle indicazioni che arrivano dall'alto. Dipendiamo dall'OMS, non possiamo prevalicare il loro ruolo".
Come assegnare il titolo nel caso non si giochi?
"Se non si può giocare faremo una serie di riflessioni per salvare comunque quanto raccolto sul campo. Ma al momento non abbiamo ragionato profondamente su quest'ipotesi perché io resto ottimista. Stiamo pensando anche al fatto di assegnare o meno il titolo di Campione dItalia: nel caso deve decidere il Consiglio Federale. Aggiungo poi anche che il calcio italiano non vive solo per l'assegnazione dello Scudetto ma ci sono anche gli altri campionato, quelli inferiori. Dobbiamo comunque arrivare alla definizione degli organici per la prossima stagione, dalle coppe europee a promozioni e retrocessioni"
Ipotesi doppio campionato sul modello argentino?
"No, non è un'ipotesi perché penalizzeremmo anche il prossimo campionato. E il prossimo anno abbiamo anche gli Europei".
Parlerete presto anche con il Governo, non per chiedere aiuti?
"Siamo convinti che l'applicazione di alcuni fattori di sviluppo debba essere trovata da noi stessi, poi vogliamo però un aiuto per applicare questi stessi fattori di sviluppo. Cito solo un elemento: la legge fondamentale dello Sport è del 1981. Siamo nel 2020, non è possibile che si possa ancora essere disciplinati da una legge di 40 anni fa. Il calcio italiano ha bisogno della considerazione che merita".
La legge sugli stadi deve essere cambiata? Il decreto dignità potrebbe essere rivisto?
"Stiamo valutando anche questo, così come altre cose. In molti pensano che la categoria dei calciatori sia ostile ma non è così. Ho avuto grande disponibilità nell'entrare a far parte del fondo salva calcio".
State cercando una soluzione anche con le altre Federazioni europee per la conclusione della stagione?
"Sono sempre in contatto con FIFA e UEFA, mi sono confrontato anche con Rubiales in Spagna per cercare di captare quelle che sono le esigenze del mondo del calcio. La UEFA ci darà una grande mano".
All'interno del Consiglio Federale sarà possibile trovare un accordo per ripartire le perdite del calcio tra tutte le componenti?
"Le cifre che sono state fatte circolare in questi giorni le ritengo particolarmente elevate, fuori da ogni logica. Come ho detto prima il mondo del calcio in questa emergenza vive la sua emergenza. Non dimentichiamoci che i presidenti delle società sono imprenditori e vivono un'altra crisi. Tutti insieme dobbiamo trovare il modo per uscire da questo caos. Dobbiamo dimostrare di amare il calcio".
C'è l'ipotesi di una Serie A a 22 squadre, senza retrocessioni?
"Sento tantissime ipotesi. Abbiamo le nostre norme e non è facile modificare i format già fissati. La possibilità di allargare il numero delle squadre in Serie A, con i tempi stretti che ci saranno e con l'Europeo nel 2021, non penso sia percorribile".
Non si parla però solo di Serie A.
"Esatto e sono molto preoccupato per i dilettanti e la Lega Pro. Loro rischiano davvero di perdere molte società. Il mondo del calcio non è tutto dorato come si vuol far credere".
Come cambiano i programmi della Nazionale?
"Con Mancini siamo stati subito d'accordo con lo spostamento di Euro 2020, pur essendo rammaricati e dispiaciuti. Come ha detto il ct: invece che vincerlo nel 2020 lo vinceremo nel 2021".
Che idea ha sulla ripresa degli allenamenti?
"Ci sono medici e specialisti che hanno l'esatta conoscenza dello stato delle cose. Dobbiamo affidarci a loro e invito tutti a partire insieme e ad arrivare insieme".
Cosa pensa dei giocatori che hanno lasciato il Paese?
"Lascio gestire alle singole società. I calciatori sono uomini come noi, hanno famiglie e affetti e chiaramente vogliono sentirsi protetti. Rispetto quelli che in tanti vivono":