BATI, ORGOGLIOSO DELLA MAGLIA VIOLA, AMO FIRENZE
Gabriel Omar Batistuta, indimenticato bomber dellla Fiorentina durante gli anni '90, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di Sky Sport. Queste le parole del Re Leone. "La mia avventura al Colon? Qui si sta bene, ma non voglio fare l'allenatore per il momento, sto bene dove sto. Le mie gambe? Sono stato molto male, dopo aver smesso di giocare non riuscivo a camminare, facevo fatica a stare in piedi. Ho fatto un paio di interventi, e ora sto migliorando. Mi basta camminare un paio di chilometri. Gli attaccanti? Non esiste più un vero numero nove, che ha il compito di fare gol. Uno come me, o Vieri, Vialli. Messi? Tutta l'Argentina lo ama, ci rappresenta. Ma la gente si immagina che può dare di più. Guardiola? Sono contento che sia riuscito a mettere in pratica quello che aveva in testa fin da quando l'ho conosciuto. Mourinho? Non l'ho mai incontrato, ma ha vinto da tutte le parti. Bielsa? Ha principi seri, lavora per far sì che il calcio sia una disciplina ben vista. Sono stato dieci anni a Firenze, quando potevo andare altrove.
Vado orgoglioso di essere rimasto lì così tanto e lo stesso vale per Zanetti, che si è innamorato dell'Inter come me di Firenze. Non sono riuscito a fare miracoli, ma ho fatto vedere a tutto il mondo che potevo fare qualcosa di importante; quello che mi chiedevano i fiorentini non mi ha mai dato fastidio, lo prendevo come una parte del lavoro". Sul capitolo Roma. "Calcisticamente è stata una bella esperienza, volevo provare a me stesso che ero capace di segnare anche lontano da un clima ideale come quello di Firenze. E' stata una sfida per me dimostrare questo, poi volevo tornare a casa con uno Scudetto e la Roma mi offriva questa possibilità. E' stata un'esperienza umanamente splendida, torno spesso, avrò sempre un bel ricordo". Su Osvaldo. "L'ho visto fare la mitraglia; ha classe, sa come segnare, anche se non ne fa quanti ne facevo io. Calcisticamente mi sembra un ottimo calciatore". Su Del Piero. "Gli consiglio un'esperienza all'estero; ha ancora qualcosa da dare, io quando ho smesso ho deciso di mollare. Lui ha ancora tanto da dare, Alessandro non si è dimenticato come si gioca al calcio, gli auguro ancora un paio di anni". La chiosa è un saluto all'Italia. "Mi manca Firenze, mi manca l'Italia, mando a tutti un abbraccio enorme"