AGROPPI, Castro non regge la 10. La punta straniera...
Aldo Agroppi, ex tecnico viola e giocatore granata, ha parlato della sfida tra Torino e Fiorentina di questa sera. Ecco le sue parole, subito con una polemica sull'arrivo di tanti stranieri in Italia: "L'altro giorno guardavo le formazioni di Milan e Inter, c'erano solo 3 italiani. Ma si può chiamare calcio italiano, ma i nostri settori giovanili chi li cura? Eppure i giovani ci sono. La Fiorentina ha preso questo attaccante straniero perché non se lo fa in casa? C'erano Zaniolo, Chiesa... Castrovilli? E' discontinuo ma leviamogli subito la maglia numero dieci che probabilmente gli pesa. Sembrava una mossa opportuna perché è bravo ma non gli ha dato tanta spinta bensì troppa responsabilità a mio avviso".
Torino e Fiorentina due delusioni? "Torino e Fiorentina fino a qualche tempo fa si somigliavano, nel senso che Cairo ha mille problemi con le aziende e va a Barcellona e Commisso è in America. Invece i presidenti devono essere presenti, seguire la squadra sul posto. Il Torino è già modesto, a parte un paio di giocatori, e quello che voleva Giampaolo per loro non era comprensibile. Anche nella Fiornetina fatico a trovare giocatori all'altezza. I valori erano già modesti. Con gli acquisti mi sembra abbiano fatto miglioramenti. Per esempio Belotti era da solo, Vlahovic non aveva continuità e non ci sono uomini da gol poi sei partito male dietro dove all'inizio avevi Ceccherini. Ora la Fiorentina è più compatta, il Torino ha un uomo come Nicola con sangue Toro. Giampaolo era tattico, questo è più aggressivo fa sentire il suo amore e affetto per questi colori. Con Giampaolo si era rotto il rapporto con tre-quattro giocatori e quando succede così si infetta l'armonia del gruppo. Prandelli? Il pubblico non voleva Iachini, con un 6 a zero lui da Napoli non lo facevano neanche tornare a Firenze, Prandelli invece è ben voluto ed ora ha dei buoni punti anche se non può rilassarsi".
Allenatore adatto per il prossimo anno? "Io. Se andrei d'accordo con Commisso? Non ho mai avuto un bisticcio con i presidenti e ne ho avuti tanti. Cecchi Gori non mi ha mai detto nulla, lo vedevo soffrire e stavo male per lui e Mario mi ha scritto una lettera bellissima che ancora conservo, Vittorio non si permetteva mai di farmi appunti. Ma ho 77 anni e sto bene a casa.D'altronde nella mia esperienza viola con Pontello la Fiorentina è arrivata quarta con tutti i problemi che avevo, con i figli che non potevano andare a scuola, la moglie non poteva uscire a fare la spesa, avevamo la polizia sotto casa ma ero nei miei cenci, una buona squadra e una società presente, per questo ho dato tutto quello che potevo. Questo non è accaduto nella seconda avventura e mi prendo tutta la retrocessione ma la situazione era appunto diversa".