"OCCHI PUNTATI SU...", Christian Vieri, professione centravanti

28.04.2008 02:27 di  Stefano Borgi   vedi letture
Fonte: Stefano Borgi per FV

 

Certo non aveva bisogno di dimostrarlo oggi, ci sono i numeri che parlano per lui. Però anche contro la Sampdoria Christian Vieri ha fornito l’ennesima prova, inconfutabile, che lui, il ruolo di centravanti se lo porta dentro, quasi come un prolungamento della personalità, quasi come un cromosoma da aggiungere ai già esistenti X e Y, quasi come una vocazione per cui prendere i voti e predicare alle folle. Analizziamo il gol del pareggio contro i doriani. Mutu si appresta a crossare nel mezzo, Bobo guadagna la posizione, la marcatura su di lui c’è ed è pure stretta, parte il pallone di Adrian, Vieri al limite dell’area piccola sgomita, forse trattiene o spinge quel tanto che basta per non far saltare l’avversario, e di testa piazza il colpo vincente alla destra del portiere. E’ l’ABC dell’attaccante, posizione, aggressione dello spazio, contatto vincente col diretto marcatore ed il resto è un gioco da ragazzi.

 

Facciamo un passo indietro: che Bobo avesse ancora dentro di se le stimmate del centravanti di razza si era già visto a Castelrotto nel ritiro precampionato. La forma fisica era quella che era (forse anche di meno), ma durante gli allenamenti che studiavano gli schemi d’attacco con i cross dagli esterni, gli interventi di Bobone erano sempre precisi e potenti ed i portieri, Frey, Avramov e Pazzagli otto volte su dieci erano costretti a raccogliere il pallone in fondo alla rete. Piede, testa o qualsivoglia parte del corpo portavano sempre allo stesso risultato…gol. Lo stesso non si poteva dire degli altri attaccanti viola e citiamo in ordine sparso Pazzini, Lupoli, Bojinov…per assurdo quello che gli si avvicinava di più era il giovane francesino Lepillier, che sta ora ben figurando in primavera. Qualcuno potrà obiettare: è fermo sulle gambe, non opera più uno scatto degno di questo nome, non regge più di 20 minuti…Tutto vero, la nostra intenzione era solo dimostrare che l’indole dell’attaccante, il killer istinct che in lui sembra innato lo rendono ancora un giocatore dal quale c’è solo da imparare e prendere esempio. Dicevamo i numeri: snoccioliamoli brevemente. 6 reti su 26 presenze e 1076 minuti disputati in campionato; 3 reti su 9 presenze in coppa Uefa ed un totale in carriera di 140 reti su 255 partite in carriera che lo classificano al 7° posto assoluto dei cannonieri italiani di tutti i tempi. E aggiungiamo noi, nessuna voglia di fermarsi. Il sogno europeo è probabilmente svanito ma anche in caso di mancato rinnovo contrattuale da parte della Fiorentina, qualche casacca da indossare (l’ennesima, Bobo è già alla 15° vestita in carriera) la troverà certamente.

 

Chiudiamo con un paragone con Pazzini, consci di rischiare l’impopolarità ma altrettanto consci di fare bene il nostro mestiere se approfondiamo e argomentiamo certe statistiche con l’intento di stimolare costruttivamente la riflessione del lettore. Vieri ha realizzato 1 gol ogni 179 minuti in questa stagione mentre Pazzini ha una media di 1 ogni 224. A questi vanno aggiunti i tre in coppa Uefa a fronte dei tre del “Pazzo” segnati però in coppa Italia (se permettete un po’ di differenza c’è). Ma ciò che balza agli occhi, a nostro parere, è la differenza di “peso” in mezzo all’area, la “paura” che Bobo incute al difensore avversario, le occasioni che offre al rifinitore del momento (spesso Mutu) di pescarlo nello spazio che lui ha sapientemente, e badate bene, con naturalezza aggredito, senza pensare, senza calcolare, solo spinto dal suo istinto. Beninteso, la nostra fiducia in Pazzini resta illimitata e siamo tuttora convinti che Giampaolo sia e sarà il futuro della Fiorentina (magari non da prima e unica punta…), ma siamo altrettanto convinti che in questo momento quando entra Vieri entra un vero centravanti, un vero professionista dell’area di rigore, quando gioca Pazzini (o come nel caso di ieri Osvaldo, più impegnato a sistemarsi la fascetta dei capelli che a cercare la segnatura) aleggia quell’aria fastidiosa ed irritante di leggerezza ed impalpabilità, della quale è stato spesso vittima quest’anno l’attacco viola. Bobo sta bene, è motivato e la condizione fisica è tornata quella del periodo d’oro viola, a cavallo fra dicembre e gennaio di quest’anno. Ci auguriamo che questo sia il passepartout per l’Europa che conta.