"AMARCORD", Lo 0-0 col Werder, il circo Nappi ed il numero della foca-monaca
La parola d’ordine è serenità ed equilibrio, quello necessario alla Fiorentina per conquistare la sesta finale europea della sua storia. Squadra Viola stakanovista alla sua 53° partita stagionale e che sarà sostenuta dal pubblico delle grandissime occasioni. Si respira un’aria nuova a Firenze, molto europea e poco, pochissimo italiana. Del resto il fair play la farà da padrone con la "fanzone" allestita per i tifosi scozzesi, con la cornice degli sbandieratori del calcio storico, e con gli eroi dell’unica vittoria europea, datata 1961. Dulcis in fundo, il coro composto da duecento atleti del settore giovanile che canterà l’inno di Narciso Parigi. Chiuderà il cerchio l’immancabile terzo tempo, vero e proprio fiore all’occhiello dalla società di Della Valle.
Sarà una serata di grandi numeri per Adrian Mutu, sempre più “fenomeno” in riva all’Arno. A lui va il premio per la frase più bella dell’anno, “Noi con i tifosi siamo una cosa sola” e romeno a caccia del 7° gol in coppa, record europeo assoluto in casa gigliata. E sulle note di un inarrestabile crescendo rossiniano, Mutu insegue il 20° gol totale nelle coppe, il 30° stagionale ed il 40° complessivo col giglio sul petto. Ed è a questo punto che rispolveriamo come al solito l’amarcord della coppa Uefa 89-90, ormai un irrinunciabile portafortuna. Il palcoscenico è sempre il Renato Curi di Perugia, e gli avversari sono i tedeschi del Werder Brema fermati all’andata da un rassicurante 1-1. Il ritorno, invece, sarà uno scialbo 0-0, giocato sui nervi del quale ricorderemo tre cose. Il terribile infortunio a Stefano Pioli che starà fuori dal rettangolo verde per quasi un anno; il numero circense della foca-monaca, un palleggio insistito con la testa improvvisato, indovinate un po’, dall’estroso "Nippo" Nappi, ed il gesto sconsiderato di uno pseudo tifoso che invase il campo per colpire il portiere avversario mentre quest’ultimo allontanava una sciarpa viola. Fu quella la causa del famigerato esilio di Avellino, ma per fortuna i tempi sono cambiati.
La tifoseria gigliata è oggi un esempio di civiltà in tutto il mondo e questo ci rende orgogliosi di essere fiorentini quasi quanto lo saremmo alzando la coppa la sera del 14 maggio sotto il cielo di Manchester.