AMARCORD, Christian Riganò: Firenze non dimentica il bomber della rinascita
La gratitudine, nel calcio come nella vita, è cosa rara; Firenze fa eccezione e domenica nel trovarsi di fronte Christian Riganò, ne siamo certi, scorrerà un brivido colmo di nostalgia. Conoscendo il bomber di Lipari la commozione sarà ricambiata e poi siamo sinceri…le due parti sono state funzionali a loro stesse nel momento di maggiore difficoltà reciproca. I viola, anzi la Florentia viola (che brutto nome, sono in difficoltà anche solo a scriverlo), era agli albori di una storia che poi si aggiusterà strada facendo e lo stesso Christian languiva in categorie inadeguate, quasi offensive per il suo talento.
Fu Giovanni Galli a volerlo a tutti i costi e Riganò, dopo aver battuto la concorrenza di tale…Gioacchino Prisciandaro, approdò a Firenze nell’estate 2002 nell’indifferenza generale e circondato da una palpabile diffidenza. La Florentia Viola esordì in C2 ad Arezzo pareggiando al 95’ per 1-1 (gol di Masitto!) contro la Sangiovannese di Ciccio Baiano (che quella sera addolcì con la sua presenza l’umiliazione del momento ricordandoci i tempi belli dell’accoppiata con Batistuta), ma il bomber di Lipari ancora non c’era; arrivò sette giorni dopo e davanti a 30.000 tifosi buoni per la neuro (rinunciare al mare sotto un sole battente…c’era qualcosa che non quadrava), al Franchi fu subito doppietta per un 5-1 al Castel di Sangro salutato come una vittoria in Champions League.
Non sono state sempre rose e fiori: il carattere “siculo”, orgoglioso, e anche un po’ permaloso del bomber si scontrò ben presto con quello aggressivo e ridanciano dei fiorentini che lo accusavano sovente di avere…”la pancia”; questa cosa non è mai andata giù a Christian che comunque usava bene l’unica e assai potente arma a sua disposizione: quella del gol. 30 in C2, 23 in serie B, 4 nella massima serie (pochi, a causa di un maledetto infortunio alla prima giornata all’Olimpico contro la Roma); e poi 5 ad Empoli fino all’esplosione di quest’anno: ben 15 in un derelitto Messina che è rimasto a galla fino a che l’ennesimo infortunio lo ha privato di quattro mesi fondamentali di campionato. La scorsa estate (concetto ribadito anche quest’anno) Prandelli fu molto chiaro con lui…”Mi dispiace, per te non c’è posto; per il tuo bene è meglio che vai a giocare da qualche altra parte”. Riganò apprezzò (e non poco) la sincerità del mister, il trattamento ricevuto dai Della Valle (cessione del cartellino a costo zero), e se ne andò in punta di piedi; chissà, forse in un angolo del cuore cova sempre la speranza di tornare a Firenze per fare (hai visto mai?) da chioccia a Pazzini, ma c’è un tempo per tutto e ormai è tardi. Firenze ha comunque seguito con compiacimento e partecipazione sincera le sue prodezze sullo stretto (alcuni gol sono stati di pregevolissima fattura) e l’anno prossimo tutti noi faremo il tifo per vederlo in qualche altra squadra esprimere il suo talento e fare quello che è sempre stato capace di fare: gol, gol ed ancora gol. Intanto domenica ce lo troveremo di fronte, senza pancia, e con la solita voglia di stupire…la stessa di quando respirava la polvere dei dilettanti.