LA DIMENSIONE DEL RIMPIANTO
C’è un po’ di rammarico nel pensare che cosa avremmo potuto commentare oggi. Non è dato sapere se saremmo più felici o arrabbiati, ma l’ultimo periodo sarebbe stato sicuramente meno complicato di quello che abbiamo affrontato. Era un nostro sogno e della società, il tanto agognato trofeo da alzare, l’obiettivo più a portata di mano che avevamo e per questo, ieri sera, dovevamo essere a Roma a giocarci la finale di Coppa Italia.
Il magone si è ripresentato nel momento che abbiamo visto le squadre scendere in campo anche se i brutti ricordi, legati allo scorso maggio, sono tornati alla mente.
Se guardiamo quanto ci è successo e mettiamo sulla bilancia gli avversari che abbiamo incrociato posso capire quanto detto da ADV sulle semifinali ,“uscire in E.L. contro il Siviglia detentore del trofeo e probabile nuovo vincitore o uscire in Coppa Italia contro la Juventus che è in finale di Champions League, lo possiamo accettare tutti”.
Le valutazioni sono sulla carta ineccepibili, ma io non ho accettato con tanta serenità le opportunità lasciate per strada che erano alla portata della nostra squadra.
E’ inevitabile ripensare alla mala gestione della partita di ritorno contro la Juventus e la sconfitta che ci ha estromesso definitivamente dalla Coppa Italia. Fa ancora più rabbia pensare che da quel momento la Fiorentina abbia anche perso il “bandolo della matassa” con relative ripercussioni in campionato e sulla semifinale di Europa League. E’ stato poi difficile digerire, alla luce di quanto successo, le due sconfitte casalinghe seguite alla C.I., contro Verona e Cagliari, che adesso pesano come macigni sulla nostra classifica.
Si doveva investire molto, sia mentalmente che fisicamente, in quella maledetta partita che avrebbe dato un senso alle aspettative di tutti e invece sarà una delle ferite che resteranno aperte e che potrebbero influire sul futuro della squadra e dell’allenatore.
Che poi, in fondo, il cammino della Fiorentina non sia tutto da buttare è confermato dalla sicurezza di essere di nuovo in Europa (speriamo al quinto posto).
Visto che ormai si guarda oltre, resta da capire chi guiderà nel prossimo campionato la Viola, viste le scaramucce con Montella, e quali calciatori la formeranno.
Se i progetti resteranno ambiziosi, servirà una notevole ristrutturazione per evitare di dovere in futuro subire passivamente che squadre più o meno forti ci surclassino. La famiglia Della Valle, protagonista in tutte le proprie attività, deve finalmente dare una svolta alla sua storia in viola. Se accettiamo sempre tutto, se pensiamo sempre che dall’anno prossimo andrà meglio, se il fair play in campo e nei conti sono le nostre uniche sicurezze, rischiamo di rimanere un’eterna incompiuta di dimensioni non eccelse.
La Signora in viola