"VARGAS DAY", Su quella fascia è già in cima alla storia viola
Terzino oppure ala? Esterno basso, esterno alto? E ancora... più adatto per il 3-5-2, il 4-3-3, oppure nel 4-2-3-1 di Prandelli? Su Juan Manuel Vargas si è detto e scritto di tutto, sopratutto sulla sua posizione in campo. Noi, allievi obbedienti, seguiamo la strada indicata da Cesare Prandelli che ripete ad ogni piè sospinto che il peruviano è un terzino basso con facoltà di percorrere tutta la fascia e che solo provvisoriamente sta lassù, a “miracol mostrare”. I compagni lo definiscono “devastante” (Pasqual dixit), i tifosi gli hanno dato l'appellativo di “caterpillar”, qualche addetto ai lavori ha rispolverato per lui il termine “pendolino” (il depositario originale era Cafù, il brasiliano di Roma e Milan). Altri, invece, gli hanno affibbiato il nomignolo di “locomotiva”, attingendo al suffisso “loco” (in lingua portoghese vuol dire pazzo) volendolo, così, paragonare ad una motrice che quando parte diventa inarrestabile e si trascina dietro chiunque provi a farmarla. Più semplicemente Vargas è il giocatore più decisivo della Fiorentina di questo periodo ed i paragoni fioccano numerosi. Storicamente nella Fiorentina il ruolo di terzino sinistro (noi continuiamo a considerarlo tale) non è mai stato terreno fertile. Niente a che vedere, per esempio, con quello di portiere, di libero (l'attuale centrale difensivo), di fantasista, recentemente anche quello di centravanti (Batistuta, Toni, Gilardino...) che hanno visto fior di fuoriclasse vestire la maglia viola. Personalmente mi viene in mente (con la mitica maglia numero 3, quando i numeri sulle spalle dei giocatori avevano un valore) Sergio Cervato, terzino scudettato del 1956, unanimemente riconosciuto come uno dei più grandi interpreti del ruolo. L'accostamento Cervato-Vargas non si può, però, portare avanti più di tanto: tempi troppo diversi, i moduli, gli schieramenti e gli stessi giocatori avevano caratteristiche profondamente differenti.
Due cose, però, li accomunavano: il piede sinistro e la potenza nel tiro. Cervato era micidiale in punizioni e rigori (difficilmente si ricorda un suo gol su azione), che trasformava tutti di potenza, mettendo addirittura paura ai portieri avversari. Più o meno come il peruviano che, ad Udine, ha inaugurato una serie di calci piazzati vincenti che, ci auguriamo, possa proseguire rigogliosa. Sfogliando ancora le pagine della memoria troviamo scritti i nomi di Stefano Carobbi, Alberto di Chiara, Jorge Heinrich (lo citiamo solo perchè protagonista in patria e nella sua nazionale perchè in maglia viola deluse e parecchio...), lo stesso Manuel Pasqual. Insomma non c'è da allargarsi troppo. Certamente meglio andrebbe se considerassimo Vargas un'ala, un esterno alto. E allora ricordiamo, uno per tutti, Pasquale Iachini, che ballò col giglio sul petto per due sole stagioni (83-85) ma fece a tempo a far vedere come si facevano i cross, come (destro o sinistro per lui era uguale) si innescavano i centravanti con palloni tesi, tagliati, veloci, più o meno quello che faceva (dall'altra parte) Enrico Chiesa nei suoi anni d'oro. Con Vargas, quindi, si riempie una casella vacante nello scacchiere storico della Fiorentina (Cervato a parte), ed il bello deve ancora arrivare.