"MALE NON FARE, PAURA NON AVERE"

25.09.2009 01:40 di  Stefano Borgi   vedi letture
Fonte: www.stefanoborgi.it
 "MALE NON FARE, PAURA NON AVERE"
FirenzeViola.it
© foto di Federico De Luca

Così recitava Diego della Valle nei giorni tumultuosi di calciopoli e come un violento boomerang la frase ha fatto il giro e sta tornando indietro. "Male non fare, paura non avere" è una via di mezzo tra la massima ed il proverbio pronunciata dal nonno del "patron" ed intendeva rasserenare chiunque temesse il verificarsi di un evento negativo. Più o meno quello che sta accadendo oggi a Firenze, "minacciata" (per così dire) dal passo indietro di Andrea della Valle, ed accusata di aver mancato di rispetto e dubitato dell'ex-presidente attraverso critiche e contestazioni (?) Chiediamo scusa ma... forse ci siamo persi qualcosa: accusata di cosa? E per tornare alla frase dell'avo marchigiano: che male avrebbe fatto Firenze per dover avere paura? E ancora: cosa significa la dichiarazione sibillina: "se fossimo rimasti uniti" contenuta e pronunciata nella "lettera ai tifosi" dall'ex-presidente Andrea Della Valle?

Iniziamo col dire che se c'è qualcuno che ha rotto questa unione questo è stato proprio Andrea, abbandonando dapprima la squadra (Gilardino dixit), poi la presidenza, staccandosi così dal famoso "progetto Fiorentina". Quindi dovremo metterci d'accordo su cosa significhi "condividere" il suddetto progetto: se questo vuol dire accettare supinamente qualsiasi decisione, qualsiasi iniziativa, lodare e celebrare qualsiasi avvenimento sportivo e (sopratutto) operazione di mercato contenuto in questi 4 anni di gestione, allora probabilmente Firenze non è il posto più adatto in cui operare. Se, invece, significa lottare per qualcosa di comune, confrontandosi, a volte dividendosi, allora Firenze è lì, pronta a dare il suo immenso e passionale contributo, contro tutto e contro tutti. Con due presupposti fondamentali: chiarezza e sincerità che, obiettivamente, non hanno certo brillato negli ultimi tempi. Su quest'ultima basterebbe ricordare le dichiarazioni di Cortina dello stesso presidente che rassicura sul reinvestimento dei soldi provenienti dalla cessione di Melo. Sulla chiarezza beh...basta, invece, leggere il comunicato post - CDA che menziona ripetutamente la "cittadella" quando poi nella "lettera" si invita a proporre delle alternative alla presidenza Della Valle. Come si conciliano le due cose? Da una parte si alimenta l'idea di un investimento che impegnerebbe (minimo) i prossimi quattro anni, e dall'altra si paventa un cambio di proprietà? Un capitolo a parte, poi, meriterebbero le presunte contestazioni di queste ultime settimane. Premesso che le offese personali cui fece riferimento Prandelli sarebbero state pronunciate la sera di Fiorentina-Sporting Lisbona, nella quale Andrea della Valle era assente (o vogliamo prendercela per delle frasi riportate da terze persone? Sarebbe un insulto all'intelligenza di tutti)  a prima vista l'intera vicenda sembra più una sorta di pressing (niente ricatto...che parola brutta) un avvertimento su ciò che ancora non è successo ma che potrebbe accadere (un disimpegno totale) e comunque ricordiamo, a mò di promemoria, la "via crucis" del tifo viola negli ultimi anni: il fiorentino non vede uno scudetto da 40 anni (l'ultimo fu nel 69'), ha dovuto ingoiare uno scudetto "scippato" nel 1982, una coppa Uefa (altrettanto scippata) nel 90', il miglior prodotto del calcio italiano degli ultimi 30 anni (Roberto Baggio) venduto al peggior nemico (la Juventus), un rovinoso fallimento e la conseguente retrocessione in C2 nel 2002 (con annessi spettacoli "indecorosi" come Poggibonsi, Gualdo Tadino e Gubbio), la serie B nel 93' e nel 2003, l'umiliazione di "calciopoli" e due qualificazioni usurpate in Champions League (2005 e 2006). A fronte di questo, due Coppe Italia, una supercoppa italiana, 4 stagioni (le ultime) di buon livello con due qualificazioni (reali) in Champions. E tutto questo cosa ha prodotto? Qualche lenzuolo di protesta posto fuori dallo stadio da una sparuta minoranza, una silenziosa e civile pazienza e l'amore incondizionato verso la squadra e la sua proprietà. E allora ci chiediamo... Che male ha fatto Firenze per avere paura?