"OCCHI PUNTATI SU..." Il tabù contro le "grandi"
Passano gli anni, le stagioni, cambiano allenatori e giocatori, ma come diceva la famosa pubblicità: "La morale è sempre quella..." Stiamo parlando del rapporto della Fiorentina con le cosidette "grandi" del campionato, e dicesi "grande" del campionato italiano Inter, Milan, Juventus, Roma (e non ce ne vogliano Napoli e Lazio). Abbiamo preso in esame, quindi, i campionati dal 2004 ad oggi, cioè da quando la Fiorentina dei Della Valle è tornata in serie A. Il 2004-2005 fu la stagione dei tre allenatori (Mondonico, Buso e Zoff), poi inizia l'era Prandelli (2005-2010), per finire con Sinisa Mihajlovic al suo primo anno (2010-2011) sulla panchina viola. Snoccioliamo un pò di numeri e scopriamo di essere di fronte ad una vera e propria sindrome, un tabù nell'acccezione più estrema del termine.
La Fiorentina in sei campionati (quasi 7) ed in 50 partite totali ha vinto contro una delle "grandi" solo 4 volte, pareggiato 16, e ha perso ben 30 volte. In media i viola hanno vinto una partita su 12,5 e ne hanno perse il 60% (30 su 50). Ma andiamo nel dettaglio: nel campionato 2004-2005 nessuna vittoria, due pareggi e sei sconfitte (tra queste lo 0-6 di San Siro contro il Milan). Nel 2005-2006 (il primo di Prandelli) arrivano due vittorie, entrambe casalinghe: 3-1 sul Milan e 2-1 sull'Inter, ricordando che da quel giorno (tra coppa Italia e campionato) viola e nerazzurri si sono incontrati 11 volte con lo score di due pareggi e nove successi interisti (l'Inter è l'unica tra le grandi contro la quale non abbiamo mai vinto). Nel 2006-2007 (l'anno della penalizzazione e della Juve in serie B) su sei partite lo score recita zero vittorie, tre pareggi e tre sconfitte. Il 2007-2008 vede il celebre 3-2 del 2 marzo 2008 con i viola che battono la Juventus a Torino dopo 20 anni di digiuno. E' la terza vittoria contro una grande. Nel 2008-2009 un roboante Fiorentina-Roma 4-1 sancisce il quarto ed ultimo sigillo. Nessuna vittoria lo scorso anno (da mettere nel calderone anche le due sconfitte ancora con l'Inter nella semifinale di coppa Italia), nessuna quest'anno quando siamo a metà percorso. Tutto questo stride ancor di più se pensiamo che in questo lasso di tempo la Fiorentina è finita due volte davanti alla Roma (2005-2006, 2008-2009), due volte consecutive davanti al Milan (dal 2006 al 2008), una volta davanti alla Juventus (2005-2006 con i bianconeri campioni d'Italia retrocessi d'ufficio in serie B). E nonostante questo il tabù contro le "grandi" resiste e anzi...aumenta e si rafforza.
Ci vengono in mente due considerazioni: negli anni presi in esame la sudditanza psicologica degli arbitri nei confronti delle grandi è stata fortissima (vedi il caso calciopoli). La Fiorentina dei Della Valle, seppur squadra di valori tecnici considerevoli, è sempre stata osteggiata dal palazzo che vedeva nei viola un pericolo per la leadership delle quattro "grandi". Questo è emerso sopratutto nella gestione dei confronti diretti e basti pensare agli arbitraggi più recenti di Rosetti col Milan e Rizzoli con la Juve della scorsa stagione. La seconda considerazione riguarda la personalità dei giocaori. Fatta eccezione per la stagione 2004-2005, al termine della quale la squadra viola fu smantellata e rifondata con l'avvento di Prandelli, negli anni seguenti il ricambio dei giocatori è sempre avvenuto in modo molto graduale, tanto da parlare di uno zoccolo duro dei calciatori guidati dal padre putativo Cesare Prandelli. Ed anche quest'anno, con Mihajlovic in panchina, è stato mantenuto il gruppo dello scorso anno che tanto bene aveva fatto in Champions League. C'è quindi una continuità, e c'è a maggior ragione un problema di mentalità, di personalità, di capacità di imporsi sull'avversario ma anche (perchè no!) sull'arbitro? Come è possibile che la Fiorentina in sei campionati vinca solo quattro volte contro una "grande", e mostri una sudditanza (stavolta pratica e non psicologica) a tratti imbarazzante? Colpa della società che non sa affrancarsi da giochi politici e di palazzo che la penalizzano? Colpa dei giocatori che soffrono i grandi stadi, le pressioni di certe partite, le responsabilità che derivano dal ruolo? Domande, quesiti, dubbi ai quali non sappiamo rispondere. Il risultato è che la Fiorentina continua a perdere contro le "grandi", e di questo andazzo non se ne vede la fine.