"AMARCORD", Con la Samp l'urlo di Antognoni...

19.02.2011 02:03 di  Stefano Borgi   vedi letture

Il Fiorentina-Sampdoria del 12 febbraio 1984 rimarrà per sempre indelebile nella memoria dei tifosi viola. E non solo. Correva la stagione 1983-84 e la Fiorentina di "Picchio" De Sisti impreziosiva il campionato italiano con un gioco spettacolare, innovativo, frutto di un modulo (per quei tempi) a dir poco rivoluzionario. Era una Fiorentina che proponeva Daniele Massaro in mediana con un provocatorio n° 5, Celeste Pin (stopper vecchio stampo) col 2, mentre Renzo Contratto ("Roncola" per gli amici) vestiva il n° 3. Intoccabile il 6 per il “caudillo”, al secolo Daniel Passarella, che comandava una difesa a tre spesso abbandonata a se stessa da un centrocampo offensivo che vedeva Oriali centromediano, Pecci regista classico e Antognoni mezzala–rifinitore. "Paolone" Monelli e Daniel Bertoni erano le punte coadiuvati da Pasquale Iachini, ala formidabile abilissima con entrambi i piedi.  Erano anni nei quali (per fortuna) i numeri sulle maglie contavano ancora qualcosa, ed i viola scendevano in campo con un 3-5-2 che spinse Michel Platini (non uno qualunque) a definire il calcio di quella Fiorentina... “il migliore del campionato”.

Ma andiamo in cronaca: si disputa la 19esima giornata ed i viola inseguono la Juve capoclassifica a soli tre punti di distanza. Il momento era favorevole ai ragazzi di De Sisti che venivano dalla vittoria di Ascoli (2-1 con una mirabile doppietta di Daniel Bertoni) e sette giorni prima avevano sgretolato il Torino (allora secondo in classifica) per 4-1, in una partita da consegnare agli annali di tutta la storia viola. Il primo tempo contro i blucerchiati conferma il trend delle ultime giornate: al 19' Fiorentina in vantaggio con una punizione - bomba del "capitano" che piega le mani al portiere doriano Bordon. La partita sembra ricalcare un copione già scritto, ma la sorte maligna è lì, dietro l’angolo, e rientra dagli spogliatoi con i gigliati nel secondo tempo. Pochi minuti ed un pallone vagante al limite dell'area è preda di Antognoni che anticipa Luca Pellegrini, libero sampdoriano, proteso in tackle, l’impatto è tremendo ed eccolo l’urlo prolungato che taglierà a fette il cuore di tutta la Firenze viola... La diagnosi è tremenda: frattura scomposta di tibia e perone con Giancarlo che si regge l’arto spezzato in due urlando al mondo la sua disperazione. Il responso clinico successivo è quello temuto: campionato finito e tanti auguri per il prossimo. Auguri vani poiché, complice una prima operazione sulla quale fu legittimo nutrire dei dubbi, Antognoni salterà tutta la stagione 84 – 85 (al suo posto fu ingaggiato Socrates… no comment), per rientrare a metà della successiva nella partita casalinga col Bari, accolto dall’ormai famoso striscione… ”Niente ti ha distrutto…sei come il sole, risorgi ed illumini tutto”. La partita con la Sampdoria fini 3-0 per i viola, il campionato terminò con un dignitoso terzo posto che volle dire coppa Uefa, ma a pochi interessò il risultato finale. La sensazione di abbandono, di fragilità, si toccava con mano e da quel momento la Fiorentina non fu più la stessa... orfana del suo leader, del suo uomo guida, del suo "capitano".