"ACCADDE OGGI", Il gran rifiuto di Baggio... (video)

06.04.2011 01:21 di  Stefano Borgi   vedi letture
Baggio mentre esce dal campo, dopo aver raccolto la sciarpa viola...dello scandalo
Baggio mentre esce dal campo, dopo aver raccolto la sciarpa viola...dello scandalo

Il 6 aprile... una data da segnare sul calendario. Per chi tifa viola, per chi ama la Fiorentina, per chi è fiorentino e sente Firenze dentro si se. Il 6 aprile significa Fiorentina-Juventus, significa celebrare "la madre di tutte le partite", vuol dire credere, convincersi una volta di più che Fiorentina-Juventus..."non è una partita come tutte le altre". E attenzione, l'enfasi, l'iperbole, la retorica che qualcuno può scorgere in queste parole (un qualcuno che, evidentemente, non ci conosce bene) non abitano più quì, perchè quello che proviamo e che abbiamo provato il 6 aprile di circa 20 anni fa, è un sentimento vero, appassionato, vissuto dal profondo di un cuore intriso di viola.

Ma andiamo con ordine: perchè abbiamo detto "circa" 20 anni fa, noi che cerchiamo di essere sempre precisi, rigorosi, a volte tassonomici nell'inquadrare storicamente ogni evento della nostra Fiorentina? Perchè in realtà il 6 aprile è la data di due Fiorentina-Juventus a dir poco indimenticabili, uno giocato 20 anni, l'altro 25 anni fa. Possiamo dire che oggi celebriamo le nozze d'argento (6 aprile 1986) e le nozze di cristallo (6 aprile 1991) con i due storici Fiorentina-Juventus. Il primo risale al campionato '85-'86, quando un giovanissimo Aldo Agroppi rilevò la squadra da Ferruccio Valcareggi che aveva traghettato la Fiorentina nell'ultimo semestre della stagione precedente. Aldo Agroppi da Piombino portò in viale Fanti tutto il suo entusiasmo, la sua vigoria fisica unita alla vis polemica che lo ha sempre contraddistinto. Insomma fu un ciclone che risvegliò dal torpore tutto l'ambiente viola. Il suo merito fu la determinazione, la sua fortuna Passarella, la sua croce Antognoni con il quale ingaggiò un duello personale che divise (more solito) la città. Chi era per Agroppi (pochi, ma non pochissimi), chi per il "capitano" (tanti, ma non tutti), nel mezzo la Fiorentina guidata dal "caudillo" Daniel Alberto Passarella, inarrivabile condottiero. Il 6 aprile 1986 mancano 4 giornate alla fine del campionato, Fiorentina in lotta per la coppa Uefa, Juventus tallonata dalla Roma di Eriksson in cima alla classifica. Il match è tiratissimo, il "comunale" strapieno, si ha la netta sensazione che possa succedere qualcosa da un momento all'altro. Detto, fatto. Antognoni da sinistra, sotto la Ferrovia, calcia da par suo una punizione tagliata sulla quale svetta imperioso Passarella che infila Tacconi per il gol dell'1-0. E' il 57' e da questo momento c'è solo la Fiorentina. Al 90' poi, Nicola Berti scavalla imperioso verso l'area juventina, evita Tacconi in uscita e deposita in rete. Fiorentina 2 Juventus 0, e può cominciare il delirio. L'immagine che ci è rimasta più impressa è Agroppi che corre pazzo di gioia per il campo, lui per metà viola e per metà granata, che si prende la sua rivincita ed esorcizza lo spauracchio bianconero. Alla fine sarà festa per tutti con i viola incredibilmente in coppa Uefa e Juventus campione d'Italia per la 22° volta.

Cinque anni dopo la storia si ripete, seppur con attori e situazioni diverse. Entrambe le formazioni non se la passano benissimo: centro classifica per la Fiorentina di Lazaroni, medio alta per la Juventus di Maifredi che a fine campionato, per la prima volta nella sua storia, non si qualificherà per l'Europa. E' il Fiorentina-Juventus della coreografia con i monumenti di Firenze, della magnifica punizione di Fuser che al 41' firmò la vittoria, della parata con l'esultanza commovente, entusiasmante di Gianmatteo Mareggini, della sciarpa raccolta dal transfuga Roberto Baggio dopo essersi rifiutato di battere il calcio di rigore poi fallito da De Agostini. "Eravamo già daccordo, Mareggini mi conosce troppo bene, se battevo il rigore me lo avrebbe parato..." ebbe a dire il "divin codino" nel dopo partita. Mareggini, dal canto suo, mise daccordo tutti: parò il rigore anche se lo aveva battuto De Agostini, lasciando a Baggio i fischi assordanti del pubblico del "Franchi". Un turbinio, un insieme di emozioni in soli 90 minuti, una somma di sensazioni difficili da raccontare, impossibili da far rivivere. Possiamo solo ricordarle, per trasmetterle alle nuove generazioni che (ahiloro) per stare vicino ai viola devono fare la tessera del tifoso, il biglietto nominativo, passare controlli, steward, tornelli e pagare anche 28 euro (le vecchie 56.000 lire...). Quelli che abbiamo raccontato erano altri tempi... per fortuna.