ANTOGNONI e BAGGIO... Battesimo azzurro sotto il segno del tulipano

14.11.2009 00:26 di  Stefano Borgi   vedi letture
Fonte: www.stefanoborgi.it
 ANTOGNONI e BAGGIO... Battesimo azzurro sotto il segno del tulipano
FirenzeViola.it
© foto di Giacomo Morini

Uno è la storia della Fiorentina, il mito trasversale, l'idolo assoluto che resiste all'inclemente (ed irrispettoso) passare del tempo. L'altro, tutto ciò che abbiamo appena detto, lo poteva diventare e, osiamo, addirittura superare. Entrambi portavano la maglia numero 10, entrambi destri naturali, la sorte ha concesso loro di giocare insieme solo quattro partite, le ultime del campionato 86-87, per poi prendere strade diverse. Uno è campione del mondo (Spagna 82'), l'altro c'è andato vicino (bronzo ad Italia 90' ed argento ad Usa 94'), ma c'è una cosa che li accomuna: l'esordio in nazionale contro l'Olanda, in tempi e modi diversi, ma entrambi “battezzati” sotto il segno del tulipano. Stiamo parlando (a questo punto è diventato il segreto di Pulcinella) di Giancarlo Antognoni e di Roberto Baggio, due dei prodotti più fulgidi del “made in Italy” pallonaro, dal dopoguerra ad oggi. Partiamo dal “capitano” (noblesse oblige, ubi maior...scegliete voi). 'Antonio' fece il suo ingresso trionfale nel club Italia il 20 novembre del 1974 (ben 35 anni fa) e Fulvio Bernardini fu il suo pigmalione. C'è un filo conduttore che unisce e per certi versi divide questi due personaggi. Entrambi hanno fatto la storia della Fiorentina. “Fuffo” riuscì nell'impresa che fu negata ad Antognoni, segnatamente il 16 maggio 1982, quando la Fiorentina di “Picchio” De Sisti fu “scippata” di uno scudetto che sembrava ad un passo. Bernardini, infatti, fu l'allenatore del primo tricolore, nella stagione 55-56, alla guida di una Fiorentina irripetibile. Fu chiamato al capezzale di una nazionale uscita con le ossa rotte (eufemismo) dal mondiale di Germania 1974, vinto dai padroni di casa proprio su  quell'Olanda che terrà a battesimo in maglia azzurra Giancarlo Antognoni. Era un'Italia completamente rinnovata, che aveva eliminato autentici “santoni” del calcio nostrano come Mazzola, Rivera, Riva, sostituendoli con Orlandini, Guerini, Caso, Roggi oltre allo stesso Antognoni. L'Olanda, lo abbiamo detto, era quella straripante, innovatrice, pioniera del calcio totale che schierava gente come Cruijff, Neeskens, Rep, Van Hanegem, Krol...non poteva esserci partita. Si giocava a Rotterdam, casa del Feyenoord, e pronti via, dopo 5 minuti, “il ragazzo che giocava guardando le stelle” imbecca da par suo Boninsegna che, di testa, gira alle spalle dell'incerto portiere Jongbloed. L'Italia continua ad attaccare, ispirata da quel numero 10, dalla folta chioma bionda e dall'incedere inconfondibile. Van Hanegem lo segna con una tacchettata in pieno viso ma “Antonio” non se ne da per inteso, riconquista palla e segna un gol fantastico da fuori area che sarebbe stato il raddoppio, probabilmente decisivo. L'arbitro russo Kasakov inspiegabilmente annulla e già da quell'episodio si capisce che il rapporto tra Antognoni e la nazionale sarà, quantomeno, impervio e contrastato. Alla distanza i valori vengono fuori e l'Olanda, dopo aver pareggiato al 24' con Rensembrink, dilaga nella ripresa con una doppietta del “profeta del gol” Johan Cruijff. Giancarlo manterrà la propria prestazione su ottimi livelli ed alla fine riceverà i complimenti proprio dal fuoriclasse di Amsterdam che disse: “Quel ragazzo col numero 10 non mi sembra niente male...” Un'investitura in piena regola e, come ci dirà la storia, non si sbagliava affatto. Alla fine saranno 73 i gettoni azzurri del “capitano”, 7 i gol realizzati, e decine le presenze nelle varie rappresentative europee e mondiali che disegneranno l'immagine di uno dei più grandi campioni del calcio mondiale.

IL TABELLINO DELLA PARTITA

Olanda-Italia 3-1 (Boninsegna al 5', Rensembrink al 24', Cruijff al 64' ed 80' )

Rotterdan, 20-11-1974, partita di qualificazione per il campionato d'Europa 1976

OLANDA: Jongbloed, Suurbier, Krol, Neeskens, Rijsberrgen, Haan, Rep (dal 46' R. Van de Kerkhof), Van der Kuylen, Cruijff, Van Hanegem, Rensenbrink. All: Knobel

ITALIA: Zoff, Rocca, Roggi, Orlandini, Morini, Zecchini, Causio, Juuliano, Boninsegna, Antognoni, Anastasi. All: Bernardini

Arbitro: Kasakov (URSS)



Era di mercoledì, era il 16 novembre 1988 e per il 90' anniversario della FIGC viene organizzata un'amichevole di lusso tra Italia ed Olanda allo stadio Olimpico di Roma. Sono le 14,30 e dal sottopassaggio spunta un ragazzo timido, riccioluto, allora 21enne, che scriverà la storia del calcio italiano e mondiale. Si chiama Roberto Baggio e in campionato sta facendo faville con la Fiorentina di Eriksson. Sulle spalle ha una strana maglia numero 11 (il 10 era proprietà di Giannini) ma la classe è cristallina ed emergerà ben presto. E' il 44', punizione sotto la curva nord laziale, si incarica della battuta Roberto Baggio che caletta una palla (come si suol dire) col contagiri per Gianluca Vialli che realizza il gol decisivo. Finirà 1-0, nonostante le bocche da fuoco in forza ai tulipani che si chiamavano Van Basten, “Rambo” Koeman, Vanemburg... A questa partita ne seguiranno altre 55 con 27 gol segnati che pongono il “divin codino” al 2° posto assoluto (dietro a Gigi Riva con 35) tra i cannonieri azzurri di sempre. Due fuoriclasse con Fiorentina ed Olanda nel proprio destino. A Gilardino e C. rinverdire, stasera in quel di Pescara, quelle gesta.

IL TABELLINO DELLA PARTITA


Italia-Olanda 1-0 (al 44' Vialli)

Roma, 16-11-1988, partita amichevole in onore dei 90 anni della FGCI

ITALIA: Tacconi, Bergomi, Maldini, Baresi, Ferri, De Agostini, Rizzitelli, De Napoli, Vialli, Giannini, Baggio. All: Vicini

OLANDA: Van Breukeleen, Silooy, Reekers, Koeman, Koot, Rijkaard, Vanenburg, Suvrijn, Van Basten, Eykelkamp, Huistra. All: Libregts 

Arbitro: Soriano Aladren (Spa)