MONTOLIVO E PAZZINI: STORIA DI UN MOMENTO NO E DELLA RINASCITA DI UN GIOCATORE
Torniamo a parlare di calcio? A fatica, con mani pesanti e parole che mancano, lo facciamo. Perché così hanno deciso le istituzioni, per il momento, perché questo è quello che ha voluto la società intera: "the show must go on", le televisioni a meno di nuovi ordini, stiano tranquille. Serie B e Serie C domenica saranno ferme, ma la loro amata Serie A proseguirà imperterrita tra 15 giorni, forse con qualche telespettatore in più, tra stadi chiusi e curve serrate.
Torniamo a parlare di calcio, allora, e lo facciamo raccontando due storie tanto dissimili quanto uguali. Sono le storie di un due giovani ragazzi, che sorte e destino hanno accomunato in molti fattori fino a questo momento: carriera, visibilità, popolarità. Parliamo di Riccardo Montolivo e Giampaolo Pazzini, accomunati anche da una campagna pubblicitaria che li definì "Pazzolivo" giusto qualche mese fa.
Montolivo e Pazzini: genio contro istinto, artista contro rapace, rifinitore contro finalizzatore. Due carriere pressoché parallele, dicevamo, trafila nelle giovanili dell'Atalanta, poi in prima squadra degli orobici e poi il grande salto in riva all'Arno. Ed ancora, un'Under 21 vissuta quasi "mano nella mano", una Nazionale in cui Montolivo è approdato per primo e nella quale Pazzini attende il momento giusto per approdare.
Due carriere simili ma due giocatori diversi, dunque, anche nel momento attuale che stanno vivendo. Già, perché Riccardo Montolivo sta vivendo un'indubbia flessione in questa parte della stagione. Il talentuosissimo centrocampista, il "fenomeno di Caravaggio", sbocciato lo scorso anno e fiorito nella prima parte di campionato, sembra aver smarrito la retta via, dopo la doppia convocazione in Nazionale di poco più di un mese fa. Giù di forma, come ammesso da Prandelli, ma anche in un momento psicologico difficile. Il "Mago di Orz" prosegue con la sua cura, dando fiducia al proprio numero 18, tenendolo in campo come fatto domenica contro l'Udinese, nonostante una prestazione fatta più di ombre che di luci.
Perché è così, in fondo, che Giampaolo Pazzini è riuscito a rinascere. Chiuso lo scorso anno da Luca Toni, bersagliato e bombardato dai media in questa stagione, Prandelli ha preso il giovane attaccante di Pescia sotto la propria ala protettiva, confermandolo contro le critiche di molti. Ed i risultati, gli stanno dando ragione: prima un gol d'autore contro il Siena, poi il gol vittoria contro la Lazio ed in ultima istanza, quello del momentaneo pari contro l'Udinese, prima che un infortunio alla coscia lo mettesse out e prima che Di Natale chiudesse i conti a favore dei bianconeri.
Due storie diverse ma simili, dunque, per Montolivo e Pazzini, accomunate dal fatto di avere un tecnico sapiente, paziente e capace come Prandelli, conscio di avere in rosa due talenti incommensurabili che sa gestire con la giusta maniera. Firenze nè e consapevole e, dopo quella di Pazzini, attende con ansia la rinascita di Montolivo, che presto arriverà.