MATTIELLO A RFV: "KEAN LA PUNTA DELL'ITALIA: PERCHÉ NO? SCIOCCO CRITICARE BIRAGHI. GOSENS..."
Tanti appassionati di calcio hanno ancora in mente quel temibile infortunio occorso durante un Chievo-Roma con Radja Nainggolan. È stato solo l'inizio del calvario per Federico Mattiello, nato a Barga in Toscana e cresciuto alla Juventus, prima di avere tante altre esperienze in giro per l'Italia. Oggi l'esterno classe '95 è ripartito dal Pietrasanta, in Promozione, dove ha ritrovato serenità e spensieratezza. Nel frattempo nutre anche una simpatia per la Fiorentina, che segue volentieri e della quale ha conosciuto, giocandoci insieme, diversi volti attuali. Ne parla lo stesso giocatore ai microfoni di Radio FirenzeViola: "Non ho conoscenze dirette, ma tutti mi hanno parlato molto bene della società. Basta vedere il Viola Park, quando c'è un club dietro che crea strutture e solidità economica, i risultati vengono di conseguenza. La Fiorentina è una bella società, ha tutte le carte in regola per essere ora come ora una delle piazze più importanti della Serie A. Per simpatia personale gli auguro il meglio, spero che possa ottenere grandi traguardi come squadra".
Da Firenze è ripartito Moise Kean, che ha conosciuto alla Juve. Se l'aspettava un inizio del genere?
"Le qualità tecniche e fisiche le ha sempre avute e sono indiscutibili. Deve mettersi nella testa di fare il giocatore da 20 gol a stagione, perché ce l'ha nelle gambe. Firenze è la piazza giusta per questo, tra l'altro la Fiorentina l'ha comprato, non l'ha preso in prestito, c'è stato un investimento del club. Gli vuole dare fiducia ed è ciò che serviva a lui per rilanciare la sua carriera e fare una stagione da giocatore importante. Non mi sorprende che stia facendo bene, sia per questo che per le doti mai discusse".
È anche tornato in nazionale. Può diventare il nuovo attaccante di riferimento?
"Perché no? Assolutamente sì. Anche guardando i nomi che ci sono in giro. Gli serve però la testa giusta, io non lo sento da anni e non so cosa abbia in testa per la sua carriera, ma se si convince di fare bene ha tutte le qualità per diventare un attaccante importante per la Fiorentina e per una squadra anche più ambiziosa in futuro, nonché per la nazionale".
All'Atalanta ha conosciuto Gosens. Che connubio è quello tra il tedesco e Firenze?
"Nella Serie A attuale ci può stare benissimo. Io a Bergamo purtroppo non mi sono mai giocato le mie carte per cui non ci sono mai stato a contatto diretto, l'ho incrociato qualche volta ma non lo conosco di persona. Ma sul giocatore non ci sono dubbi che nel campionato attuale sta benissimo. Vale lo stesso discorso di Kean: dopo una stagione complicata, forse anche due considerando anche l'Inter, gli serve una piazza come Firenze che gli dia fiducia. Il resto viene da sé, perché le doti le ha eccome".
Infine al Chievo ha giocato con Biraghi. Come lo ricorda e cosa ne pensa del suo percorso in viola?
"Di Cristiano ho un ricordo piacevole. Era un uomo spogliatoio, a Verona non giocava molto e mi sorprese, vedendo cosa ha fatto poi negli anni. È diventato capitano di una squadra così importante, quando eravamo insieme lui aveva poco spazio e poi ha fatto un ottimo percorso. Però non ha mollato, ha sempre fatto gruppo ed è sempre stato uno di quegli uomini spogliatoio che ci vogliono sempre. Questo percorso se lo merita tutto, l'ha dimostrato sul campo, è un giocatore validissimo. Sono felice sia il capitano dei viola, Firenze è una piazza difficile ma lui è una figura giusta per l'ambiente, l'ho sempre ricordato come un intrattenitore. Poi è migliorato tanto e l'ha fatto vedere: è abbastanza sciocco criticare Biraghi in questo momento".