MARIANELLA A RFV: "LA FINALE DI PRAGA PER ME NE VALE UNA DI CHAMPIONS. IL CAMMINO DEI VIOLA NON È DA SOTTOVALUTARE"
A poche ore dalla finalissima di Praga, su Radio FirenzeViola spazio alla voce che ha raccontato gli ultimi passi in Europa della Fiorentina: Massimo Marianella, nel corso di una lunga chiacchierata con Lorenzo Marucci, si è raccontato parlando della sua passione per la Viola e delle sue speranze per la gara col West Ham in un'intervista che potrete trovare in versione integrale in formato podcast (CLICCA QUI): "Sarà un onore fare la telecronaca per Sky di questa partita. Completa un po' la collezione di finali, la Conference mi mancava. Sarà bello ed emozionante. Accompagneremo la Fiorentina un'altra volta, io personalmente l'ho fatto soprattutto in tante trasferte; è stato un bellissimo viaggio fatto insieme ad una squadra che ha riportato un po' l'orgoglio viola in giro per l'Europa. Però quando arrivi in finale devi vincere.
La sua telecronaca a Basilea ha fatto storia qui a Firenze. Ci racconta le emozioni di quella sera?
"Bello, veramente bello. Devo dirvi che è venuto tutto spontaneo, non c'era niente di preparato. Forse anche troppo spontaneo, perché ho lasciato una corda vocale a Basilea. Un momento di grande emozione. Io dico sempre che come mestiere che facciamo noi dobbiamo trasmettere emozioni. Quella serata però mi ha trasmesso anche tante emozioni, le ho assorbite. Mi sono messo da parte quella telecronaca, ne ho fatto un DVD e la terrò da parte tra le telecronache più importanti".
Qui a Firenze si parla anche di un riconoscimento per lei, quello di Magnifico Messere al prossimo torneo di calcio storico. Che effetto le fa?
"Un grande onore perché è un riconoscimento da parte di una delle città più belle del mondo. Un grande onore ripeto, anche solo il fatto che ci abbiano pensato".
Secondo lei sarà una finale equilibrata?
"Più o meno. Io non amo molto chi dice che si parte 50 e 50, in questo mestiere ci dobbiamo anche sbilanciare. Come forza della squadra credo che il West Ham sia un pochino superiore. Questo non può essere negativo, perché forse un po' di pressione in più l'avranno. Quello che mi spaventa della squadra di Moyes, che ho commentato spesso quest'anno, è che in parte è una squadra fisica ma non solo. Bowen, Benrahma, Paquetà son tutti giocatori di qualità, è una squadra di ripartenza. Mi spaventa anche Soucek, soprattutto per i calci piazzati. In generale comunque è una squadra pericolosa ma non troppo più forte della Fiorentina. La classifica finale della Premier non deve però trarre in inganno".
Che tecnico è David Moyes?
"Moyes è una specie di trait d'union tra diverse generazioni. Un po' per l'origine scozzese, un po' per il suo grande percorso. Ha ricevuto l'eredità pesantissima di Ferguson allo United, probabilmente quella non era la sua dimensione. Come allenatore l'ho visto un po' monotematico, non troppo al passo coi tempi. Il West Ham sono due anni che gioca sempre allo stesso modo. Per carità, con tanta qualità, ma con poca fantasia. Quest'anno ha rischiato più volte l'esonero, che non è arrivato proprio per il percorso in Conference".
Pochi punti di contatto quindi tra Moyes e Italiano?
"C'è un abbisso tra i due. Italiano è un grande studioso di calcio, che potrà fare benissimo anche in futuro. Anche per lui sarà importantissimo alzare il primo trofeo europeo, per lui questa può essere la prima grande svolta della carriera. Non ce la faccio a fare un paragone con Moyes, il tecnico del West Ham lo ripeto, gioca sempre allo stesso modo, mentre anche per quanto visto quest'anno abbiamo visto che Italiano può cambiare".
Rice secondo lei è tra i migliori centrocampisti europei?
"Direi di sì. Non ha tanto estro ma incredibile sostanza, raramente sbaglia. Nasce nel settore giovanile del Chelsea ed è tra i più grandi rimpianti dei blues. Ha grande fisico, visione, fa anche qualche gol ma soprattutto ha tanta leadership".
Come si mette in crisi questo West Ham?
"Il lato debole del West Ham è la difesa. Hanno un buon concetto di linea difensiva, si spezzano raramente, ma qualcosa concedono. Poi non hanno straordinaria fantasia in mezzo al campo. C'è Paquetà, che però è cambiato molto rispetto a quanto vedevamo in Italia, mi sembra abbia perso un po' di fantasia. Io mi aspetto che la Fiorentina farà la partita perché un po' glielo chiederà anche il West Ham. La Fiorentina deve essere pratica. Io e Minotti, che sarà con me in postazione di commento, vorremmo esaltarci per un'altra notte".
A Firenze -ed anche a Londra- si sono lamentati per la bassa capienza dell'Eden Arena: è d'accordo?
"Sì. Probabilmente sarebbe stato riempito uno stadio da 60, 70 o 80mila. La paura della Uefa è sempre quella: si sottovaluta l'importanza di una finale, si pensa che in caso non arrivino squadre di grande nome ci possano essere spalti semivuoti. Per me non sarebbe stato così neanche con squadra di minor storia calcistica. Mi dispiace per i tifosi della Fiorentina, che avranno a disposizione poco più di 5mila biglietti; è brutto fare un sorteggio per i sentimenti. Mi auguro che questo sia una lezione per la Uefa. La Conference funziona e merita più attenzioni.
Secondo lei conterà anche la storia delle due squadre?
"Sì, con orgoglio, io mi giro e guardo quella viola, ed è una bella storia. Io ricordo sempre nelle mie telecronache che la Fiorentina è stata la prima squadra italiana a giocarsi una finale di Coppa dei Campioni e con quella di Praga diventa l'unico club ad aver giocato tutte le principali finali europee, Coppa dei Campioni, Coppa delle Coppe, Coppa Uefa e adesso Conference".
Come si immagina l'eventuale festa a Firenze?
"Firenze è già bellissima così. Fatico a pensare quanto potrà durare l'entusiasmo di un trofeo europeo, perché credo che la città abbia capito quanto è stato fatto ed il percorso fatto, che non è stato così facile come ho sentito dire. Ero ad Enschede, il Twente è un avversario tosto, lo stesso per il Braga. L'ambiente a Poznan era difficile, è stata drammatica la doppia sfida col Basilea: è stata un'annata straordinaria e per me è stato un orgoglio andare appresso alla Fiorentina per tutta l'Europa".
Cosa promette ai tanti tifosi viola che seguiranno la sua telecronaca?
"Io purtroppo non posso fare gol (ndr: ride). Comunque sto preparando da una settimana questa partita, sto cercando qualche chicca in più. Man mano che si invecchia bisogna trovare un equilibrio tra quello che hai studiato e quello che riesci a dire. L'ideale è trovarne cento e dirne dieci. Tutti hanno la tentazione di dirle tutte, io ho cercato però di trovare qualcosa di rapido e curioso sui personaggi viola. Poi il ritmo della telecronaca lo fa la partita. Prometto tanto affetto e tanta attenzione. Ho avuto la fortuna di assistere a quindici finali di Champions. Penso che sarà la mia ottantatreesima finale che commento, ma questa per me vale come una finale di Champions"