FREY A FV: "VORREI VENIRE IN CURVA TRA I TIFOSI. ITALIANO L'IDEALE. SULLA MIA ENTRATA IN SOCIETA'..."

14.10.2022 19:30 di  Redazione FV  Twitter:    vedi letture
Fonte: intervista a cura di Samuele Nenti
FREY A FV: "VORREI VENIRE IN CURVA TRA I TIFOSI. ITALIANO L'IDEALE. SULLA MIA ENTRATA IN SOCIETA'..."
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

In maglia viola ha collezionato più di 150 partite, è stato ed amato tutt'ora da molti tifosi. Ci ha raggiunti, per parlare di Fiorentina e futuro, sia personale che della squadra, Sébastien Frey, storia recente di questo club che tra poco entrerà ufficialmente nella Hall of Fame Viola. Queste le sue parole: "Sono veramente orgoglioso e molto fiero di entrare nella Hall of Fame Viola. A prescindere dall’affetto che la gente ha per me il fatto di entrare nella Hall of Fame significa che il tuo nome rimarrà a vita in un club importante come la Fiorentina, perché ritengo la Viola tale. Il mio nome accanto a quelli di altri campioni, sono molto emozionato".

Gollini e Terracciano si alternano molto. Come giudica il loro inizio di stagione? Come gestirebbe i due portieri?
"Sono due bravi ragazzi, conosco entrambi. Pietro da un po’ più di tempo perché è ormai da anni alla Fiorentina, sono molto contento che abbia rinnovato, se lo è meritato. Per non togliere la fiducia ad entrambi il mister, molto probabilmente, ha deciso di alternarli spesso tra coppa e campionato. Anche se non sono un fan dell’alternanza tra i portieri, sono dell’idea che debbano esserci delle gerarchie. Ripeto però, che se Italiano riesce a gestire la cosa ben venga, sono contento per entrambi i ragazzi".

In molti vorrebbero lei in questa società: a lei piacerebbe entrare invece?
"Leggo molto spesso che la gente vorrebbe il mio nome e la mia persona nella Fiorentina di oggi. Io mi sono sempre esposto riguardo a questa cosa, penso però che il mondo del calcio di oggi mi appartenga di meno. Vedo tanti cambiamenti, tanti metodi nuovi di gestire il gruppo. Oggi, ad esempio, si deve essere più psicologi che allenatori. Quindi sicuramente, al momento, un ruolo in campo, mi interesserebbe poco o niente. Ma se un giorno dovessi rientrare nel calcio, ad esempio anche come ambasciatore, o in qualsiasi altro ruolo all’interno della società, lo farei solo nella Fiorentina. Ho già una vita completa con tanti impegni, ho una famiglia di cui devo occuparmi. Ma se dovesse arrivare un’offerta dalla Fiorentina la valuterei seriamente. Altrimenti sono contento così".

Il momento della Fiorentina non è dei migliori, quali crede che siano i problemi?
"Ad oggi è evidente che la Fiorentina non stia attraversando un momento di grande felicità. Questo periodo però fa parte del percorso. Se andiamo ad analizzare le squadre in Serie A ci sono tante sorprese; squadre che vanno alla grande altre che non vanno proprio. Credo che il gruppo della Fiorentina sia un buon gruppo, mi sento con qualcuno di loro e posso affermare che il clima nello spogliatoio è buono, ed è già un fattore importante. In campo, la cosa che è evidente, con il gioco di Italiano, è che se non fai goal, di conseguenza, ti esponi e prendi goal. Questo è quello che sta un po’ succedendo. Manca un po’ di cattiveria negli ultimi 15 metri, anche perché l’ultima partita di campionato, ad esempio, è stata giocata bene. Se la Fiorentina vinceva 2-0 prima del vantaggio della Lazio non avrebbe rubato niente a nessuno. Il problema è che se non fai goal ti innervosisci, perdi la pazienza, ti sbilanci e soprattutto contro squadre importanti come la Lazio paghi cari gli errori".

Su Italiano? Cosa ne pensa? Qualcuno vorrebbe già esonerarlo, lei cosa farebbe?
"Le persone che oggi contestano Italiano sono quelle che l’anno scorso lo portavano sul tetto del mondo. Si sa che con la pressione che c’è a Firenze è difficile avere continuità se non fai risultati. Credo che Italiano sia l’allenatore giusto per ricostruire questa Fiorentina e per tramandarle qualcosa. Lo lascerei in pace per farlo lavorare, così da cercare di continuare a fare quello che fa da più di un anno".

Lei è stato uno dei leader della Fiorentina passata, in momenti di difficoltà, cosa direbbe all’interno dello spogliatoio?
"Anche per questo sarebbe bello entrare nella Fiorentina, con la figura di leader anche fuori dal campo, un ruolo che mi è stato sempre a cuore. Non voglio paragonare la mia generazione a quella di oggi, ma a quei tempi c’erano altri leader oltre a me e a risolvere le situazioni c’era sempre qualcuno. Oggi direi che serve compattezza, il gruppo non si deve disunire e deve continuare così. Le critiche, quando non si fa risultato, è giusto che ci siano, fa parte del gioco. Inciterei a non mollare fin quando le cose non gireranno bene e poi vedrete che la squadra tornerà a girare nel modo giusto. Anche perché la Fiorentina l’anno scorso ha fatto un buon campionato, e spero che possa ritornare presto su quei livelli".

In Europa si gioca un altro calcio, con diversa intensità e con altre qualità, cosa consiglia alla Fiorentina sul suo cammino europeo?
"Sì, in Europa si gioca un altro calcio, ma la Fiorentina deve giocare soprattutto con il cuore. Ci sono paesi stranieri, campi e ambienti strani. Anche se le squadre spesso non sono più forti della Fiorentina, si deve dare sempre tutto. Ad oggi però mi preoccupa più il campionato che l’Europa. Mi piacerebbe vederla un po’ più in su in classifica così da lavorare anche più serenamente. Certo restando che le vittorie non vengono da sole ma dobbiamo andarle a cercare".

Tornerà a vedere la Fiorentina allo stadio? Magari in mezzo ai tifosi in Curva...
"Nonostante gli impegni che ho, quando sono stato invitato a vedere la partita sono sempre venuto. Firenze rimane casa mia, in tutti i sensi visto che ho ancora l’abitazione lì. Ogni volta che c’è un motivo, anche una scusa, per venire, vengo con grande piacere a salutare gli ex compagni, gli amici, a mangiare e a godermi questa città che trovo sempre stupenda. Accade sempre meno di ricevere un invito ufficiale, di conseguenza, se vedo che noi ex giocatori siamo poco coinvolti in questo preciso progetto, potrei anche venire un giorno in Curva. Ritengo che quando si è giocatori si debba essere protagonisti sul campo e non sugli spalti, ma ora che non sono più giocatore e sono anche tifoso, sto pensando di venire in mezzo ai miei tifosi per respirare l’ambiente e per sostenere la Viola".