VLAHOVIC: ESTATE FARSA, INVERNO INQUIETANTE. ITALIANO COME MESSI E HAALAND
La vicenda Vlahovic, alla luce di quanto riportato dall'inchiesta di Report, è inquietante e getta una luce sinistra su tutta la questione del rinnovo del calciatore serbo. In attesa che la Fiorentina faccia sentire la sua voce e che le dinamiche del trasferimento si chiariscano, naturalmente a luglio prossimo, vorrei soffermarmi su un aspetto che, a posteriori, rende bene l'idea di ciò che è capitato l'estate scorsa a Moena. L'estate scorsa a Moena tutto era già fuori controllo, la rottura si era già celebrata e il rinnovo, di fatto, era lontanissimo se non impossibile. E allora mi chiedo perché la Fiorentina abbia deciso di giocarsela come se l'è giocata. Perché ha scelto di non scegliere? Preferendo fare passare l'idea, anche attraverso quella famosa foto di Barone e Vlahovic a colloquio, di una trattativa possibile e addirittura di un accordo vicino? Si è sottovalutato la questione? Si è sopravvalutato le capacità del Presidente di fare leva su Dusan? Oppure si è semplicemente voluto rimandare l'inevitabile separazione per la difficoltà nel reperire il sostituto?
Perché, se davvero l'offerta di settanta, ottanta milioni era sul tavolo del club la Fiorentina ha deciso di non cedere Vlahovic? Stava nascendo una nuova Fiorentina, sarebbe nata senza un equivoco enorme nello spogliatoio che solo la grande professionalità del giocatore ed un gruppo finalmente compatto stanno neutralizzando. Sperando che la scommessa si protragga vincente fino al termine del campionato.
Ma la domanda è: cosa è realmente accaduto in quei giorni? Che strategia aveva ed ha la Fiorentina? Fortunatamente, oltre a Vlahovic, oggi a Firenze c'è un fuoriclasse vero. Vincenzo Italiano. Italiano alla Fiorentina vale Haaland al Dortmund, Messi al Psg, Ibrahimovic al Milan. È l'allenatore al mondo che sta incidendo di più sui risultati della sua squadra in rapporto alla rosa a disposizione. È quinto con una squadra che conosceva soltanto la lotta salvezza; senza portiere titolare; senza l'acquisto più oneroso che, per le nazionali, la squalifica e il Covid, ha giocato solo sette volte su sedici da titolare; senza l'unico campione d'Europa in rosa, perché di fatto Castrovilli non c'è ancora. Quindi, dato per incontestabile tutto questo, la domanda sorge spontanea: se ai migliori Firenze sta stretta, riuscirà la Fiorentina a meritarsi il migliore di tutti? Cioè il suo allenatore?
Ovviamente mi aspetto gli insulti degli struzzi e di chi non guarda oltre il proprio naso e ricordo ai pochi che hanno la bontà di seguirmi che l'ambizione del tecnico è conclamata da ciò che è accaduto la scorsa estate fra lui e lo Spezia. Perciò partiamo dal presupposto che può riaccadere e lavoriamo perché non accada di nuovo. Non con il luogo comune del contratto da blindare ma con la pretesa che la Fiorentina stia al suo passo, seguendolo nelle scelte e proteggendolo nei fatti.
Italiano con il suo gruppo di calciatori che lo stanno seguendo pedissequamente ha sdoganato l'obiettivo europeo, ne ha parlato senza problemi, ha addirittura accennato alla possibilità di mettere nel mirino le quattro avanti in classifica. Ecco, Presidente, direttore generale, appropriatevi di un megafono ed annunciate a Firenze che questo sarà un anno magico e che desiderate fortemente tornare a tingere di viola i cieli europei. È il momento di aprire il gas, non quello di tirare il freno a mano.