VIOLA, LO SCUDETTO 2011 NON ERA UTOPIA
Appena appreso della convocazione in Nazionale di Daniel Pablo Osvaldo, per la verità abbastanza clamorosa, ci siamo messi in testa di fare un giochino molto masochista. Un esercizio futile, abbastanza surreale, un po’ mortificante per le conclusioni a cui ci ha portato. Fermare il tempo è sempre stato il sogno proibito dell’uomo, fantasticare senza correre il rischio della controprova invece è sempre stato un diletto piuttosto praticato. Veniamo al sodo. Provate ad immaginare che cosa avrebbe potuto fare questa squadra in questo campionato.
Portieri: Frey, Boruc, Neto.
Terzini destri: Maggio, Cassani.
Centrali difensivi: Gamberini, Ujfalusi, Dainelli, Camporese, Nastasic.
Terzini sinistri: Balzaretti, Pasqual.
Centrocampisti centrali: Montolivo, Kuzmanovic, Brocchi, Lazzari.
Centrocampisti di fascia: Berhami, Cerci, Vargas, Santana.
Attaccanti: Gilardino, Jovetic, Pazzini, Osvaldo, Ljajic.
Precisazioni varie: a) l’ordine dei calciatori è casuale; b) Frey resta al momento un portiere di valore eccezionale, capace di incidere sul risultato di una partita; c) la coppia Gamberini-Ujfalusi è stata la più impenetrabile della recente storia viola (l’attuale capitano della Fiorentina, dopo la partenza di Ujfalusi, non è più tornato su livelli eccelsi); d) Brocchi rappresenterebbe la chioccia che in un gruppo è sempre fondamentale; e) Melo non c’è perché ha tradito la società che gli ha dato più fiducia (la Fiorentina, appunto) ed è finito giustamente nel dimenticatoio in Turchia; f) Mutu si è autoescluso riconsegnandosi ad eccessiva e sguaiata vita notturna. Tutti questi giocatori, in tempi diversi, hanno militato o militano nella Fiorentina. Soprattutto nella gestione Corvino, ma anche nell’era precedente (il riferimento è ad esempio ad Ujfalusi, Pazzini e Dainelli) la Viola aveva acquistato tutti questi elementi al prezzo giusto e al momento giusto. Non era dunque necessario procedere a spese folli né per il cartellino, né per gli ingaggi. Certo, questa rosa rappresenta il meglio del meglio di ciò che è passato in questi anni a Firenze. Bisognava - e nel calcio a tutte le latitudini è praticamente impossibile - che il direttore sportivo non avesse mai sbagliato un colpo e che l’allenatore avesse valorizzato al meglio i tanti talenti che gli erano stati messi a disposizione. In poche parole era necessario che la sintonia tra dirigenza e tecnico fosse massima. Serviva inoltre che la proprietà avesse veramente voluto crescere e puntare altissimo. Bene, adesso a bruciapelo la domanda: quanti di voi credono che con questa rosa la Fiorentina in questo campionato avrebbe potuto puntare allo scudetto? Noi crediamo di sì. Era naturalmente indispensabile – senza niente togliere al percorso di crescita che sta compiendo Mihajlovic – che in panchina ci fosse un allenatore capace di plasmare rapidamente una squadra e di conoscere profondamente il gruppo, le personalità e le problematiche che lo avrebbero caratterizzato. C’era anche lui, era Cesare Prandelli. Prandelli, se non bastasse quello che ha dimostrato a Firenze, ha ricostruito in un anno una Nazionale ridotta da Lippi ad un privé di fedelissimi capace soltanto di scrivere la pagina più umiliante della storia azzurra. Prandelli ha creato dal niente una squadra che potrà andare ai prossimi Europei con la speranza di non essere travolta dalla Slovacchia di turno. La curiosità è che l’ex allenatore viola ha edificato una parte consistente della rosa azzurra andando a ripescare calciatori non troppo apprezzati durante la sua permanenza a Firenze. Osvaldo, tanto per citarne uno, il calciatore da cui è partita tutta questa riflessione. Giunto giovanissimo a Firenze, accolto dalla sfiducia generale e da qualche titolo più scandaloso che scandalistico, Osvaldo con la maglia della Fiorentina ha regalato soddisfazioni uniche ai tifosi viola. La smitragliata dopo il gol vendetta a tempo scaduto in casa della Juventus rimarrà libidine pura per chi porta le cicatrici delle storiche e reiterate ruberie di Madama ai danni della Fiorentina. Osvaldo fu venduto in un tristissimo mercato di gennaio, assieme a Pazzini. In pieno raptus da autofinanziamento ci furono molte persone che esultarono per i “pacchi” rifilati a Sampdoria e a Bologna. Festeggiarono ignari che in quella sessione di mercato si spense per sempre il sogno Terzo Scudetto. Che oggi, pensiamo, non fosse proprio un’utopia. Segate in partenza le milanesi, zavorrate da cicli strafiniti e ancora intente nel rinnovare l’organico, il tricolore quest’anno se lo giocheranno probabilmente Napoli e Juventus. Con loro poteva esserci anche quella Fiorentina che un po’ farneticando abbiamo ipotizzato sopra. Sarebbe stata una grande squadra, difficile da battere.
Cristiano Puccetti
Direttore sport di Lady Radio e QuotidianoViola